In Myanmar atteso l’arrivo di Papa Francesco

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Tutto predisposto per la visita di Papa Francesco nel Lontano Oriente. Il Myanmar, un tempo chiamato Birmania è il primo dei due Paesi che attende il Santo Padre dal 27 al 30 novembre. Papa Francesco porterà in questi luoghi il messaggio di evangelizzazione, ribadendo da tempo che l’oriente è il “continente del futuro”. Il confronto tra religioni sarà interessante visto che nel paese asiatico solo l’1% della popolazione è di fede cattolica, stessa percentuale di cristiani nel Bangladesh, il secondo paese che il Santo Padre visiterà.

Un viaggio impegnativo verso realtà, contraddizioni e problemi notevoli, dove la povertà, lo sfruttamento, ed i difficili rapporti interreligiosi mettono a dura prova la convivenza e la pace. Proprio in questi territori vanno aumentati gli appelli di pace, favorendo nelle chiese locali un dialogo interreligioso aperto per scongiurare il martirio dei cristiani. Un viaggio mirato a portare un messaggio di pacificazione e di riavvicinamento che va oltre i confini delle due nazioni. Proprio partendo dall’evangelizzazione delle nazioni più piccole si apre la strada verso l’Asia e tutti i Paesi più popolati.

Il Myanmar confina a nord per oltre 2000 km con la Cina, stato che Papa Francesco vorrebbe visitare e con cui i rapporti nell’ultimo mese si sono ammorbiditi con il riconoscimento di due vescovi “fuori legge”.

Con l’India i rapporti interreligiosi ed interessi politici s’intrecciano nel profondo. La Santa Sede ha fatto da tramite per gestire la transazione democratica del Myanmar, instaurando in Vaticano relazioni diplomatiche con Aung San Suu Kyi, consigliere di stato del Myanmar. Transizione conclusasi con la rinuncia del buddismo come religione di stato. L’inasprimento dei rapporti contro le minoranze Rohingya in Myanmar aveva ostacolato il processo di distensione riportando indietro quel cammino di pacificazione in atto. Episodi sporadici d’intolleranza sono ormai remoti.

Il Santo Padre è affascinato dall’Asia per la sua grande varietà di popolazioni e religioni, dove pace, dialogo e condivisione sono l’unico collante possibile in tale diversità.

La prima tappa sarà a Yangon, capitale del Myanmar fino al 2005, poi si recherà a  Nay Pyi Taw, l’attuale capitale. Il viaggio proseguirà verso la capitale del Bangladesh, Dacca, dove rimarrà fino al 2 dicembre. A Dacca è previsto un incontro con la minoranza Rohingya nel corso di un colloquio interreligioso.

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Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.