Santuario Santa Madonna della Consolazione - Oliveto Citra

Storia:



Una duplice versione abbastanza simile parla del ritrovamento della suggestiva epigrafe che è posta sulla facciata del Santuario, infatti, ben due eventi miracolosi sono legati a questa Struttura.



La tradizione popolare-religiosa, narra che Monsignor Giuseppe Nicolai (Vescovo di Conza), intento in una visita popolare ad Oliveto (1740), fu costretto a fermarsi nei pressi di un torrente a causa della ruota della sua carrozza, che era incastrata nell’incavo di una grossa pietra, mentre il cocchiere cercava di liberare il terreno, si accorse che quella pietra era una lastra raffigurante la Vergine. L’altra narra che non furono il Vescovo o il suo cocchiere ad effettuare il ritrovamento, ma bensì un popolano, che a cavallo di una mula, fu costretto a fermarsi, in quanto l’animale non voleva più muoversi, quando l’uomo vide che l’animale si inginocchiò, si accorse con meraviglia che tra le altre pietre era presente una lastra con un bassorilievo della Madonna. Si suppone che il bassorilievo appartenesse ad una piccola Cappella rurale in Contrada Canaloni e che un forte alluvione ha trasportato tale raffigurazione fino a valle verso Oliveto.



Santuario:



La struttura risale alla fine del 18esimo secolo (1775 inizio dei lavori) e venne officiata nel 1783. La pianta è a croce latina, suddivisa su tre navate longitudinali.



La Cupola poggia su tre grandi colonne, ove sono rappresentati i Quattro Evangelisti, degno di nota è il “fastigium”.



Attualmente, la Chiesa ospita, ben dieci altari policromi in marmo, datati tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.



Il Santuario ospita però molte altre opere, anche se meno note, come una tela di Erberto Antonio Gaifi raffigurante la Madonna del Rosario (databile tra il 1700 e il 1770).



Le altre opere sono le statue di scuola napoletana dei Santi Giuseppe, Macario, Lucia e Antonio, tutte risalenti al 18esimo secolo.



Merita una menzione speciale l’Archivio Parrocchiale, che ospita e custodisce numerosi manoscritti risalenti alla metà del 16esimo secolo.


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