Candelora – Juta dei Femminielli a Montevergine

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In occasione della Candelora, a Montevergine (in provincia di Avellino, in Campania) si tiene la particolare celebrazione nominata Juta dei Femminielli, che prende vita da una leggenda medioevale. Il racconto vede per protagonista la Madonna, che si commuove davanti all’amore di due omosessuali legati in catene sulla cima del Monte Paternario (a Lei sacro) dalla loro comunità che li aveva condannati a morire sbranati dai lupi o di freddo. Mossa dal loro sincero amore, la Madonna intervenne per concedergli la sua benedizione, facendoli sopravvivere.

In questo giorno, sono proprio i femminielli (gli omosessuali) a mettersi in processione verso il santuario di Montevergine, come prosecuzione di un’antica tradizione che raccoglie sempre una viva partecipazione. Vicino al santuario si trovano anche i resti di due templi pagani, dedicati ad Artemide e Cibele (il cui mito ha diversi richiami alla ritualità cristiana), divinità considerate due delle Grandi Madri dal paganesimo.

La Candelora è un giorno di celebrazione per tutti i cristiani, a ricordo della presentazione del Signore al Tempio e del rito di purificazione della Vergine Maria, avvenuto dopo 40 giorni dalla nascita di Gesù. Vengono spesso accese candele come offerta e simbolo per richiedere a Dio la cessione del maltempo o un intervento se si sta affrontando un momento di vita difficile. E come gesto di sacrificio i pellegrini della Juta dei Femminielli salgono dalle pendici del monte, sfidando il freddo, il vento e la pioggia, in una processione silenziosa a cui si partecipa con grande emozione collettiva. Solo giunti in vicinanza della scalinata che conduce al santuario la Juta dei Femminielli rivela anche il suo carattere più vivace, quando i partecipanti si abbracciano ed iniziano a danzare e intonare canzoni d’amore in onore della Madonna, verso cui si rivolge sempre il dovuto rispetto. In pieno devozione si accendono poi i ceri sull’altare, proseguendo il rito della Candelora, mentre sul sagrato si continua a ballare e cantare, condividendo la proprio gioia e la propria fede con tutti i partecipanti al di là di tutte le differenze, e promettendo alla Mamma Schiavona (la madre di tutti) di tornare anche l’anno successivo: “Statti bona Madonna mia, l’ann’ che vene turnamm’ a venì”. Una festa allegra, di appartenenza, condivisione e che negli ultimi anni si concentra anche sui temi quale inclusione e tolleranza.

Sono sette i santuari in Campania dedicati ad altrettanti aspetti della Vergine Maria, tanto da essere chiamati le Sette Madonne, ognuno riconosciuto e legato al particolare attributo che la caratterizza: la Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia e la Madonna Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana in provincia di Napoli; la Madonna delle Galline di Pagani, la Madonna dei Bagni di Scafati, la Madonna dell’Avvocata di Maiori e la Madonna di Materdomini di Nocera Superiore in provincia di Salerno; infine, la Madonna di Montevergine, in provincia di Avellino. Proprio al santuario di Montevergine si apre e si chiude il Ciclo delle Sette Madonne, in cui ad ognuna sono tributati riti e preghiere differenti, che inizia nel giorno della Candelora con la Juta dei Femminielli.

Autore: Redazione