Giovanni Paolo II: la santità attraverso la sofferenza e l’omaggio di Paulo Coelho

di Pubblicato in Dal Vaticano, News


Si avvicina il 22 ottobre, giorno in cui la Chiesa e tutto il mondo festeggia San Giovanni Paolo II.

Karol Józef Wojtyła nasce a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920.
Fu eletto papa il 16 ottobre 1978 e il suo pontificato durò 26 anni, 5 mesi e 17 giorni, il terzo pontificato più lungo della storia.
Il 1°maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo successore Benedetto XVI ed il 27 aprile 2014 è stato proclamato santo da Papa Francesco, insieme a papa Giovanni XXIII.

Viene festeggiato annualmente il 22 ottobre, giorno del suo insediamento.

Giovanni Paolo II, icona del dolore e forza di vincerlo, in nome di un valore superiore, è divenuto santo con regole umane, ma per i fedeli lo è sempre stato. Colui che ha offerto a Dio il dolore fisico, per tutti Wojtyla evoca, insieme con il calvario, la nuova vita e il suo presentimento, anzi la sua presenza.
L’ultimo periodo, con la sua condizione di “vecchio” e di “malato”, ha sfidato la stupidità del tempo, che fa dell’efficienza muscolare e dell’estetica del corpo qualcosa di più di una moda, un ideale di vita.
Wojtyła non nasconde le sue infermità, con coraggio poetico infonde un’intenzione più importante: che è di farsi presenza itinerante nel mondo, capace di suscitare nei fedeli una consonanza profonda.
I giovani, espressione naturale della salute e dell’energia, hanno venerato e venerano Papa Giovanni Paolo II come una santità che vince la debolezza del corpo, con la sua fragilità inerme, esprimendo una forza, una reazione indomabile all’avversità finché riproponendo il primato, più che dell’anima sul corpo, di una concezione eroicamente cristiana dell’esistenza.
La vitalità trascinante di questo esempio colpisce i giovani di tutte le nazioni e restituisce alla Chiesa l’universalità del messaggio che a volte è stato dimenticato o spostato verso ideali antitetici.
Si può dunque dire che l’evangelizzazione planetaria di Wojtyla derivi da una mobilità sofferente ma con una forza travolgente, questa è stata capace di produrre un rinnovamento interno alla Chiesa ma anche nel mondo sia politico che civile.
Si pensi al messaggio di San Francesco “è grande perché ha dato grandi frutti“.
L’adesione appassionata dei giovani, nel caso Wojtyla, è uno di questi frutti e finché ne sarà il contrassegno, continuerà ad esserne la forza.
Di seguito le parole di Wojtyla: «La sofferenza è la via obbligata della salvezza e della santificazione. Per diventare santi, possiamo mancare di questo o di quel carisma, di questa o di quella attitudine particolare, ma non possiamo essere dispensati dal soffrire. Il soffrire è un ingrediente necessario della santità. Come lo è l’amore».

«Non abbiate paura! Aprite anzi spalancate le porte a Cristo
(dall’omelia pronunciata da Giovanni Paolo II per l’inizio del suo Pontificato,domenica 22 ottobre 1978)

Giovanni Paolo II ha lasciato un segno anche tra il mondo degli intellettuali. Lo scrittore Paulo Coelho ha voluto dedicare questa poesia.
Due aprile 2005
A Giovanni Paolo II

Grazie per aver vissuto.
Grazie per averci ricordato il dono della perseveranza.
Grazie per averci aperto gli occhi al dono della fede.
Grazie per aver toccato il nostro cuore con il dono della volontà.
Grazie perché, in un momento in cui tutti si sentivano deboli, il tuo esempio ci ha ridato la forza.
Grazie per aver proclamato la pace, dicendo che la guerra, indipendentemente dai vincitori, è sempre una sconfitta per l’umanità.
Grazie per averci ricordato il rispetto che si deve al pianeta, quando hai detto: “Io bacio la terra come bacio le mani di mia madre”.
Grazie per essere andato incontro al tuo gregge, che aveva tanto bisogno di sentirti dire: “Io sono venuto da voi, voi siete venuti a me.
Non abbiate paura di partire verso l’ignoto. Camminate con coraggio, fede e fiducia, sapendo che io sono con Voi”.
Queste sono tue parole, tu hai dato l’esempio, e noi continueremo ad andare avanti.
Verseremo le nostre lacrime, ma speriamo che tu non le veda, che ascolti solo il nostro applauso, Giovanni Paolo II, il papa pellegrino.

Autore: Redazione