San Giorgio

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Tradizionalmente raffigurante come il cavaliere che affronta il drago, San Giorgio viene onorato già dal IV secolo come martire di Cristo dalla Chiesa cristiana. La sua raffigurazione rappresenta infatti la sua intrepida fede che lo porta a trionfare sulle forze del male. Patrono di cavalieri, arcieri, soldati, malati di sifilide e guide ed esploratori AGESCI, viene celebrato in memoria facoltativa, il 23 aprile di ogni anno, ed il suo sepolcro si ritrova a Lidda (Lod), a Tel Aviv in Israele. Nonostante ci siano ampie testimonianze in monumento archeologici e documenti letterari sulla diffusione del culto di San Giorgio, carenti sono invece le corrispondenze nelle notizie biografiche del santo. La sua esistenza ed i dati essenziali sono quindi rintracciabili da testimonianze esterne alla passio.

La prima e forse più colorita tradizione leggendaria lo vuole predestinato fin dalla nascita a “grandi opere”. Educato religiosamente entra poi a far parte del servizio militare, quando Daciano (imperatore dei Persiani) inizia a emanare misure contro i cristiani. Allora ufficiale delle milizie, San Giorgio distribuisce beni ai poveri, confessandosi cristiano con coraggio e senza ripensamento alcuno. L’imperatore gli ordina di rigettare la sua fede, ed al suo rifiuto iniziano torture e tormenti (percosse, lacerazioni, carcere duro, in cui gli appare il Signore per avvisarlo che lo aspettano sette anni di tormenti e tre volte la morte e altrettante la resurrezione. Durante questo periodo, San Giorgio ha la meglio sul mago Attanasio che converte e viene a sua volta martirizzato, sul magister militum Anatolio, compie miracoli e battezza numerose persone. Infine, dopo aver convertito la stessa imperatrice Alessandra, viene condannato a morte per l’ennesima volta, e questa volta finisce martire per decapitazione, non prima di aver implorato Dio perché punisca l’imperatore e di aver promesso la sua protezione a quelli che onoreranno le sue reliquie. La storia che vuole San Giorgio artefice della liberazione di una fanciulla dal drago, pare sorta invece in epoche posteriori, al tempo dei Crociati.

Nonostante le fonti incerte e le molte storie sul suo conto, la figura di San Giorgio è una delle più venerate di sempre; già nella Gerusalemme del VI secolo troviamo una chiesa a lui dedicata, come attestato da un’epigrafe coeva, un altro monastero sempre a lui titolato fu rinvenuto a Gerico, e tante altre chiese sono sorte per venerare la sua persona, partendo dal Medio Oriente e sviluppandosi nei secoli in tutta Europa.

Il 23 aprile, giorno della sua commemorazione, è seguito da secoli tanto dalle chiese orientali quanto da quelle occidentali. La sua iconografia è vastissima, a causa delle numerose notizie appare durante la storia, ma tra i suoi emblemi sono in genere riportati lo Stendardo, la Palma e il Drago. L’idea del cavaliere crociato che vince il drago, è il proseguo della tradizione che lo vuole spesso raffigurato come santo in grado di far prevalere le forze del bene su quelle del maligno. Motivo per cui ancora oggi viene spesso citato e ricordato.

Autore: Redazione