Santuario Diocesano "Beata Mamma Rosa" - Torri di Quartesolo

Storia:



Il Santuario custodisce le spoglie mortali della Beata Eurosia Fabris Barban (1866-1932), la prima beata italiana di Papa Benedetto XVI e la prima in assoluto dichiarata tale «extra Urbem». È situato in Marola di Torri di Quartesolo, nella periferia est di Vicenza. Dopo il Decreto «sulle virtù» (2003), quello «sul miracolo» (2004) occorsi durante il Pontificato di San Giovanni Paolo II (1920-2005) e l’extumulazione effettuata il 29 Marzo 2005, si rese necessario individuare una Chiesa per conservare i resti mortali di questa umile mamma di famiglia, dichiara Beata il 6 Novembre 2005 da Papa Benedetto XVI con il Breve Apostolico «La donna non può ritrovare se stessa se non domando amore agli altri», in Cattedrale di Vicenza. L’8 Settembre 2014, con apposito decreto, il vescovo diocesano Mons. Beniamino Pizziol elevò detta Chiesa di Marola al rango di «Santuario Diocesano».



 



Santuario «Beata Eurosia Fabris Barban»





L'attuale Santuario coincide con la Chiesa dedicata alla Presentazione del Signore. Fu progettata nel 1879 dall'architetto Federico Castegnaro, in sostituzione di quella vecchia, ormai pericolante. Fu portata al coperto nel 1880 e completata con la sacrestia e la cappellina invernale nel 1881. La facciata allungata verso la sommità e coronata di un timpano arrotondato è il risultato di una scelta architettonica del Novecento.



All'interno, posti sulle pareti perimetrali, vi sono i primi due altari, scolpiti in pietra tenera di Vicenza e impreziositi da marmo nero e marmo rosso. Sono dedicati a Sant'Antonio di Padova (a destra per chi entra in Santuario dalla porta principale) - strutturato su un altro, precedentemente dedicato alla Madonna del Rosario -, e alla beata Eurosia Fabris Barban (a sinistra) con, davanti, l'urna con le spoglie; troneggia l'arazzo con il volto della Beata, realizzato, in occasione della beatificazione (2005), dall'artista barese Giuseppe Antonio Lomuscio, che si era ispirato al disegno fatto a suo tempo dal pittore romano Ermilio Lazzaro, ma che scelse di ricostruire le fattezze giovanili della Beata. «Mamma Rosa» appare giovane, con un volto sereno e lo sguardo che attrae, incorniciato da una permanente di capelli leggera con l'aggiunta di due orecchini: un tocco di femminilità. Nelle mani stinge un Crocifisso e il Santo Rosario: le sue due principali devozioni assieme a quella della Madre di Dio.



I secondi due altari, di inizio Novecento, dedicati alla Vergine del Rosario e a San Luigi Gonzaga, sono opera dei fratelli Cavallini di Pove del Grappa (Vicenza). Le manierate decorazioni a tempera aggiunte nel XX secolo, secondo il gusto tardo barocco dei medaglioni con i volti della Madonna, di San Luigi Gonzaga, di Gesù benedicente, l'Assunta e l'Annunciazione, sono stati realizzati dal pittore Alessandro Zenatello per adornare la zona presbiteriale e il soffitto dell'aula.



La parete di fondo dell'abside accoglie una tela d'altare, datata 1618, raffigurante la Presentazione di Gesù al tempio, opera quasi sicuramente di ambito vicentino, che si ispira alla luminosità notturna dei Maganza e che trova nel bambinello centrale, già consapevole del ruolo predestinato, il punto luminoso che irradia santità ai personaggi raccolti attorno. L'opera più preziosa e suggestiva, situata sulla volta della navata, è il grande racconto dell'Assunzione di Maria in cielo, datato 1939, ancora di Zenatello



Nel 2014 venne completamente restaurata e ampliata l’alta torre campanaria (campanile), sempre illuminata di notte, portandola da tre a sei campane di bronzo: alle precedenti quattro (1913) dedicate a Cristo Redentore (RE bemolle), alla Madonna del Rosario (MI bemolle) e a tutti i Santi, nonché alla piccola campana per la chiamata alla Santa Messa, sono state aggiunte altre tre campane di bronzo in lega di rame: una dedicata alla Beata Eurosia Fabris Barban, una a Santa Gianna Beretta Molla e la sesta alla Santa Famiglia di Nazareth.



Festività Significative



Durante l’anno sono 3: la memoria liturgica l’8 Gennaio, giorno del suo transito al Cielo, il 5 Maggio, giorno in cui sposò il marito Carlo Barban e il 27 Settembre, giorno della sua nascita. Nel mese di Maggio nel Santuario di Marola figurano ogni anno iniziative culturali e religiose legate al «Festival Biblico» Nazionale, la cui Sede centrale è la vicina Vicenza.



Da vedere



Tra gli altri oggetti artistici, vi è un prezioso reliquario d’argento e di cristallo che conserva il cerebro (cervello) rinvenuto miracolosamente intatto, dopo 73 anni di inumazione (1932), durante il processo di ex-tumulazione (2005).



Curiosità



Patrona dei Catechisti della Diocesi e dell’Ordine Francescano Secolare del Veneto



Nel 2009 l’allora Arcivescovo di Vicenza Mons. Cesare Nosiglia decise di dichiararla «patrona dei catechisti» della Diocesi Berica, essendo stata Eurosia Fabris Barban una della prime catechiste donne, scelte al Parroco ancora nel 1884. Successivamente, il 14 Maggio 2017, per espressa volontà dell’Ordine Francescano del Veneto (OFS), la Beata Mamma Rosa venne dichiarata patrona dello stesso Ordine, durante una solenne celebrazione eucaristica alla presenza dei Ministri Provinciali dei Frati Minori, Cappuccini e Conventali. Infatti, il Santuario è meta assai frequentata da molti pellegrini, giovani e, soprattutto coppie con spose che desiderano ottenere il dono della maternità, come testimoniano i Registri delle «grazie ricevute» e delle preghiere, posti vicino all’urna. Finora, sono circa una trentina i Cardinali e i vescovi, soprattutto provenienti dall’estero, che si sono recati pellegrini a questo Santuario.



La vita del Santuario è tenuta regolarmente aggiornata dalla Rivista quadrimestrale a carattere scientifico «Beata Mamma Rosa. Madre di famiglia e di sacerdoti» [ISSN 2531-8764] fondata nel 2016.

 



Orari di apertura: 7:30-12:30/15:00-19:30



Orario SS. Messe: Feriali 7:30, 18:30 – Festive: 8:30, 10:30, 18:30


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