San Luigi Gonzaga, un nobile tra gli ammalati

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Il 21 giugno si festeggia San Luigi Gonzaga, un gesuita venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica.

Nato nella provincia di Mantova nel 1568, dalla famiglia nobile dei Gonzaga, ebbe fin da giovane una educazione alla vita militare.

Futuro erede al titolo di marchese, all’età di sette anni decise di intensificare la sua vicinanza al Signore, recitando ogni giorno in ginocchio i sette Salmi penitenziali.

In seguito lui stesso definì questo netto avvicinamento al Signore come “conversione dal Mondo a Dio”.

A causa di una epidemia che attacco il feudo familiare, venne trasferito a Firenze a corte del Gran Duca Francesco I de’ Medici.

In questo soggiorno fiorentino fece voto della verginità perpetua nella Basilica della Santissima Annunziata.

Mentre proseguiva i suoi studi letterali e filosofici, continuando a pregare e a leggere testi spirituali, maturò la decisione di farsi gesuita cosicché all’ età di 17 anni, nel 1585, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma.

Intrapreso questo percorso, prese la decisione di rifiutare il titolo di Marchese di Castiglione, scatenando le ira del padre, il quale cercò invano di mandarlo in varie corti per farlo desistere dalla sua scelta in cambio di una vita brillante.

Nel 1588 ricevette gli ordini minori nella Cattedrale di Roma.

Tra il 1590 e 1591 a Roma scoppiò una epidemia di tifo che uccise migliaia di persone tra cui i papi Sisto V, Urbano VII e Gregorio XIV.

Dedicandosi già agli umili e agli ammalati, Luigi si precipitò immediatamente ad assistere i più bisognosi insieme ad alcuni confratelli gesuiti.

La sua malattia (era debole di costituzione) gli impedì di occuparsi dei casi più gravi tranne che in una occasione, quando si caricò sulle spalle un malato trovato per strada e lo portò in ospedale.

Contagiato, morì pochi giorni dopo all’età di 23 anni.

Quattordici anni più tardi venne beatificato da Papa Paolo VI, per poi essere canonizzato nel dicembre 1726 da Papa Benedetto XIII, diventando “protettore degli studenti”.

Per i suoi enormi aiuti umanitari, nel 1991 venne nominato patrono dei malati di AIDS da Papa Giovanni Paolo II.

Attualmente il suo corpo tumulato si trova nella Chiesa di Sant’Ignazio a Roma mentre il suo cranio è conservato nella basilica a lui intitolata a Castiglione delle Stiviere, paese d’origine.