Sant’Urbano è uno di quei santi che affascinano più per il mistero che per la fama: ne esistono infatti più di uno con questo nome nel calendario liturgico, ma il più conosciuto è Sant’Urbano I, papa e martire del III secolo, vissuto ai tempi delle persecuzioni contro i cristiani sotto l’imperatore Alessandro Severo. Secondo la tradizione, fu pontefice tra il 222 e il 230 d.C. e la sua figura è avvolta da racconti antichi, alcuni leggendari, altri di difficile conferma storica, ma tutti suggestivi. Pare che fosse un papa mite e prudente, amante della pace e dedito a sostenere i cristiani perseguitati, ma anche capace di convertire molti pagani. Una leggenda racconta che abbia battezzato Valeriano, il marito di Santa Cecilia, e che sia stato lui a ordinare che le reliquie della martire venissero venerate nelle catacombe. Le sue spoglie, secondo varie fonti, sarebbero state traslate più volte, ma alcuni le collocano nella chiesa di San Silvestro in Capite a Roma. La sua festa si celebra il 25 maggio, anche se in alcune zone è ricordato in altre date, per via della confusione tra i diversi santi con lo stesso nome.
Ci sono borghi e campagne in Italia dove il culto di Sant’Urbano è ancora vivo e curiosamente legato alla terra e al vino. Infatti, Sant’Urbano è considerato protettore dei vignaioli e della buona riuscita del raccolto, un’eredità che si mescola con riti antichi pre-cristiani legati alla fertilità della natura. In luoghi come Apiro nelle Marche o nella zona di Poggio Mirteto nel Lazio, si tengono processioni, benedizioni delle vigne, e perfino sagre dove il vino nuovo viene simbolicamente offerto al santo. In alcune località rurali era usanza, fino a qualche decennio fa, porre un’immagine del santo tra i filari di vite per proteggere il raccolto da grandine e malattie. E c’è persino chi racconta che in tempi di siccità si invocasse Sant’Urbano per la pioggia, con rituali che univano fede e folklore. È uno di quei santi “minori” che però hanno lasciato un’impronta profonda nel quotidiano di chi viveva (e vive) a stretto contatto con la natura, diventando una figura familiare e protettiva. Insomma, Sant’Urbano non sarà celebre come altri, ma è uno di quei santi che parlano la lingua della terra e del popolo, e forse proprio per questo continuano a essere amati e invocati, tra filari di vite, antiche chiese e racconti tramandati a voce.