La Scamiciata di Fasano, quando la storia veste l’anima di un popolo

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


C’è un giorno, ogni anno, in cui Fasano si ferma, si emoziona e si veste di memoria. È il giorno della Scamiciata, la rievocazione storica della vittoria dei fasanesi sui Turchi avvenuta il 2 giugno 1678, un evento che ha lasciato un segno indelebile nella coscienza collettiva della città pugliese. Non è solo una parata in costume, non è soltanto una festa: è un rito laico e religioso insieme, che intreccia identità, fede, orgoglio e spettacolo.

Tutto ha origine da una pagina eroica, di quelle che sembrano uscite da un racconto epico. Era l’alba di un’estate qualunque quando Fasano, allora senza mura, si trovò improvvisamente sotto assedio: una flotta di corsari turchi sbarcò sulla costa per saccheggiare e terrorizzare. Ma la città, con uno scatto inaspettato di coraggio, reagì. I contadini, i pastori, la gente comune – tutti, armati di quel poco che avevano – insorsero compatta, riuscendo a respingere l’invasore. La tradizione vuole che a guidare e proteggere i fasanesi fosse la Madonna del Pozzo, subito invocata e da allora divenuta Patrona.

Da quel giorno, ogni anno, Fasano rievoca quell’impresa con la Scamiciata, il cui nome richiama il gesto degli insorti che, presi dalla furia della battaglia, si tolsero le camicie per combattere più liberamente. Ma oggi, la “scamiciata” è tutto fuorché spoglia: è un trionfo di costumi d’epoca, tamburi, stendardi, cavalieri, chiarine, archibugi e sfilate che si snodano tra le strade del centro, accendendo un racconto vivo, che unisce generazioni e commuove anche i più scettici.

La manifestazione, che culmina intorno al 2 giugno, giorno della vittoria, è organizzata con grande cura, e coinvolge centinaia di figuranti in abiti seicenteschi, interi quartieri, scuole, associazioni culturali. L’intera città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto dove passato e presente si stringono la mano. La sfilata percorre un itinerario preciso, che parte dalla campagna – da dove arrivarono i combattenti – e si dirige verso il centro cittadino, fino alla Chiesa Matrice, dove si compie il momento più sentito: l’omaggio alla Madonna del Pozzo, cuore spirituale e simbolico della festa.

Non manca il suono solenne degli archibugi, le coreografie militari delle compagnie, le danze popolari e l’arrivo scenografico dei “vessilliferi”, portatori del vessillo della città, in uno spettacolo che ogni anno riesce a rinnovarsi pur rimanendo fedele alla sua radice. Un momento che segna anche l’inizio dell’estate, carico di orgoglio locale e partecipazione collettiva.

Per i fasanesi, la Scamiciata non è solo un evento da guardare, ma da vivere. È la fierezza di appartenere a una storia, di sentirsi parte di una comunità che non dimentica e che ogni anno si ricorda chi è, da dove viene e quali valori custodisce: il coraggio, la fede, la solidarietà.

In un tempo in cui molte tradizioni rischiano di perdersi, la Scamiciata di Fasano resiste e risplende. E lo fa non solo per rievocare una vittoria del passato, ma per ricordare a tutti – cittadini e visitatori – che ogni comunità ha bisogno delle proprie radici per guardare con forza e speranza al futuro.

Autore: Redazione

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