San Gennaro 2025: Napoli tra fede, tradizione e attesa del miracolo

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


Il 19 settembre 2025 Napoli si prepara a vivere ancora una volta la sua giornata più attesa, quella in cui la città si stringe intorno a San Gennaro e rinnova un rito che attraversa i secoli. Non è una data qualunque, ma un appuntamento che segna la vita collettiva, dove fede, tradizione, folklore e identità si intrecciano in un’unica, grande attesa. Nel Duomo, gremito di fedeli, l’attenzione si concentra sulle ampolle che custodiscono il sangue del santo martirizzato nel IV secolo: lì si racchiude un’emozione che Napoli conosce bene, un respiro sospeso che esplode in gioia quando il prodigio della liquefazione si compie. È un rito che si ripete tre volte l’anno, ma quello di settembre, nel giorno della festa liturgica, ha un valore particolare perché coinvolge l’intera città e viene vissuto come un segno di protezione e speranza, o al contrario con preoccupazione se tarda ad avvenire. Non è soltanto una questione religiosa: è il cuore stesso di Napoli che batte insieme, tra fede autentica e curiosità laica, tra preghiera e folklore, tra applausi commossi e telecamere puntate sull’altare.

Quest’anno la festa assume un significato ancora più ampio perché coincide con la conclusione del XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli, che porterà alla consegna degli orientamenti pastorali per il futuro della diocesi. Già alla vigilia, il 18 settembre, il programma prevede una liturgia solenne che parte dalla basilica di San Giorgio Maggiore a Forcella, con il corteo del Comitato San Gennaro accompagnato dalla fanfara dei Carabinieri fino alla Cattedrale, dove si terranno i Vespri e il rito del Lucernario. Il 19 settembre il Duomo aprirà sin dalle prime ore del mattino: alle 8:00 la Santa Messa, alle 8:45 la lettura della Passione di San Gennaro, e alle 10:00 il momento più solenne con l’apertura della cassaforte delle reliquie da parte del cardinale Mimmo Battaglia insieme all’Abate Vincenzo De Gregorio, al sindaco Gaetano Manfredi e al governatore Vincenzo De Luca. Le ampolle verranno portate all’altare maggiore per la celebrazione eucaristica, durante la quale, se il sangue si scioglierà, il miracolo verrà annunciato ai fedeli prima di essere mostrato all’intera città con il gesto simbolico dell’Arcivescovo sulla scalinata del Duomo.

La festa non si esaurisce in un solo giorno: fino al 26 settembre si svolgerà l’ottavario di ringraziamento, con messe quotidiane nella Cappella del Tesoro, momenti di venerazione delle reliquie e pellegrinaggi dei diversi decanati cittadini. E accanto alla dimensione liturgica, non mancano le manifestazioni popolari: al Vomero, ad esempio, è prevista una processione con celebrazioni religiose e, a chiudere, i tradizionali fuochi d’artificio in piazza degli Artisti.

San Gennaro, così, non è solo il protagonista di un rito antico, ma il simbolo vivo di un’appartenenza che Napoli rinnova ogni anno. Ogni 19 settembre la città si specchia in lui, nelle sue contraddizioni e nella sua forza, e trova nell’attesa del miracolo un’occasione per sentirsi comunità. Quest’anno più che mai, con la conclusione del Sinodo e il dialogo tra istituzioni civili e religiose, la festa diventa anche un momento di progettualità e di visione, capace di tenere insieme passato e futuro. Che si creda nel miracolo o lo si osservi con spirito critico, ciò che conta è che intorno a San Gennaro Napoli si riconosce, si stringe, e si racconta al mondo come una città che nel suo santo continua a vedere non solo un patrono, ma un compagno di viaggio nel cammino della sua storia.

Autore: Redazione

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