Corpus Domini 2025 a Campobasso, i “Misteri” e la fede in cammino

di Pubblicato in Eventi, News, Ricorrenze Religiose


Ogni anno, nella domenica del Corpus Domini, la città di Campobasso si trasforma in un palcoscenico unico nel suo genere. Non si tratta solo di una celebrazione religiosa, ma di un evento che coinvolge l’intera comunità in un rito che ha il sapore della tradizione, dell’arte e della fede: la sfilata dei Misteri. È uno di quei momenti in cui una città si racconta, si riconosce, si rinnova. Un rito che prende vita grazie a delle straordinarie “macchine viventi” sospese a mezz’aria, tra il sacro e il teatro.

I “Misteri” sono tredici strutture allegoriche in metallo, ideate nel Settecento da Paolo Saverio Di Zinno, artigiano geniale che riuscì a trasformare le sacre rappresentazioni medievali in vere e proprie opere d’ingegno scenografico. Ogni macchina raffigura una scena religiosa: santi, angeli, demoni, episodi biblici. Ma ciò che rende tutto davvero straordinario è che sopra queste strutture ci sono persone in carne e ossa – soprattutto bambini – fissate a sostegni invisibili, che sembrano fluttuare in aria, come sospese tra terra e cielo.

La giornata comincia presto, con la Messa del mattino davanti al Museo dei Misteri, dove le strutture vengono conservate e preparate per la sfilata. Poi, intorno alle dieci, si parte: i Misteri si mettono in cammino, attraversando le strade del centro storico di Campobasso tra ali di folla, musica e applausi. La banda suona la marcia tratta dal Mosè in Egitto di Rossini, i portatori – veri e propri atleti della fede – trasportano i pesanti Misteri sulle spalle con passo lento e ritmato, mentre i figuranti restano immobili, in posa, creando scene viventi di forte impatto visivo e spirituale.

C’è Sant’Isidoro che apre il corteo, poi arrivano Abramo pronto a sacrificare Isacco, Maria Maddalena, San Gennaro, l’Immacolata, San Michele che schiaccia il demonio, fino al Santissimo Cuore di Gesù. Ogni Mistero è diverso, ogni scena ha il suo messaggio. Non è solo spettacolo, ma una catechesi visiva, un modo per raccontare la fede in modo tangibile, quasi corporeo.

E Campobasso risponde con un coinvolgimento autentico. Le famiglie si affacciano alle finestre, i bambini guardano a bocca aperta, gli anziani ricordano le edizioni passate. È una festa che attraversa le generazioni. Alla fine del percorso, il vescovo, dal balcone del Palazzo Comunale, impartisce la benedizione. Ma la processione non finisce davvero lì: rimane nel cuore e negli occhi di chi l’ha vissuta.

Il Corpus Domini dei Misteri è molto più che un evento religioso. È una manifestazione identitaria, dove la fede incontra il gesto, il costume, il peso della storia e il respiro collettivo di una città. Campobasso non si limita a ricordare un miracolo eucaristico: lo rende visibile, concreto, quasi teatrale, ma senza mai perdere il senso del sacro. Ed è forse proprio questo il suo segreto: trasformare l’invisibile in qualcosa che si può toccare, vedere, portare sulle spalle. Anche solo per un giorno.

Autore: Redazione

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