Festa del Perdono ad Assisi

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


È fine luglio, e Assisi si prepara a vivere uno dei momenti più intensi e spiritualmente profondi del suo calendario: la Festa del Perdono, legata alla Porziuncola, cuore pulsante della spiritualità francescana. Ogni anno, tra il 1° e il 2 agosto, pellegrini da tutta Italia e dall’estero si riversano nella cittadina umbra, attratti da una promessa che risale al 1216, quando San Francesco d’Assisi, nella piccola chiesetta della Porziuncola, ottenne da Papa Onorio III l’indulgenza plenaria per chi, pentito e confessato, vi fosse entrato con cuore sincero. Da allora, quello che era un evento circoscritto a una cappella nella piana di Santa Maria degli Angeli è diventato un appuntamento universale, carico di significato per credenti e non, un tempo sospeso in cui anche chi è lontano dalla fede può sentire il richiamo di una misericordia che non giudica, ma accoglie.

In un’epoca attraversata da guerre, crisi ambientali e solitudini sempre più silenziose, il Perdono d’Assisi si fa voce controcorrente, una richiesta radicale di pace interiore e riconciliazione. Giovani in cammino, famiglie intere, anziani, comunità parrocchiali e religiose: tutti convergono verso la Porziuncola per vivere una notte di preghiera, silenzio e luce. Non c’è spettacolo, eppure è tutto profondamente spettacolare. Le confessioni si susseguono ininterrottamente, i canti si alzano nella basilica e nella piazza, mentre la semplicità del messaggio francescano – “voglio portarvi tutti in Paradiso!” – risuona con una forza quasi disarmante, come se parlasse direttamente alla parte più fragile e vera di ciascuno.

Nel 2025, il Perdono assume un valore ancora più forte: in un mondo digitale e iperconnesso che però genera spesso isolamento, la festa richiama a una connessione diversa, più profonda, quella che unisce cuore e cuore, al di là delle distanze e delle identità. La presenza di giovani provenienti da realtà complesse, di migranti accolti dalle fraternità francescane, di famiglie ferite e desiderose di ripartire, dà corpo a una Chiesa che vuole essere non fortezza ma tenda aperta. Assisi, per due giorni, diventa davvero capitale della misericordia. E anche chi non crede, o crede diversamente, riconosce in quell’abbraccio universale un seme prezioso di umanità.

La Festa del Perdono non è nostalgia, non è folklore. È profezia. È la testimonianza che il perdono – quello vero, che libera – non è utopia, ma possibilità concreta, personale e collettiva. Ed è per questo che ogni anno torna, umile ma potente, a ricordarci che anche oggi, proprio oggi, possiamo ricominciare.

Autore: Redazione

Acquista i Gadget ufficiali per il Giubileo


VAI AL NEGOZIO