Festa di Sant’Antonio di Santadi.

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La Festa di Sant’Antonio di Santadi si svolge da circa 400 anni a partire dal primo sabato dopo il 13 giugno fino al martedì seguente.

E’ una festa fatta in favore di Sant’Antonio da Padova a Santadi e viene celebrata nel paesino situato sulla riva sud occidentale dello stagno di Marceddì, una località del Comune di Arbus, da cui dista circa quaranta chilometri.

La leggenda narra che un tempo a Santadi, dove ora è collocata l’attuale chiesa, c’era una vecchia casa caduta in rovina dopo la morte del proprietario. Gli abitanti del paese, mezzadri o proprietari terreni, raccontavano che sugli scogli fu ritrovato un simulacro di Sant’Antonio di circa sessanta centimetri, molto probabilmente caduto e smarrito da una nave spagnola. Per questo motivo gli abitanti decisero di costruire una cappella votiva in onore del Santo.

Da quel giorno venne istituita la Festa in onore di Sant’Antonio da Padova, che venne poi chiamato Sant’Antonio di Santadi dagli abitanti del paese.

Come da tradizione la Festa inizia il sabato mattina quando viene celebrata la Santa Messa in onore del Santo, per poi essere seguita dalla benedizione del pane. La statua del Santo viene così portata fuori dalla Chiesa e posta nel cocchio addobbato da gigli, fiori e grano.

La processione parte alla volta della frazione di Sant’Antonio di Santadi e un numeroso gruppo di fedeli a piedi ne fa parte: gruppi folk, cavalieri e le tipiche “traccas” a buoi o a motore.

Si pensa che il lungo pellegrinaggio che parte dalla chiesa di San Sebastiano ad Arbus fino alla chiesa di Sant’Antonio di Santadi il primo sabato dopo il 13 giugno di ogni anno, sia nato perché Santadi (sviluppatasi nel periodo imperiale attorno alla fattoria di un ricco proprietario terriero) era abitata da schiavi addetti solo all’agricoltura, durante le invasioni dei barbari il paese prima si spopolò per poi ripopolarsi alla fine degli scontri e chi fuggiva si rifugiava prevalentemente ad Arbus, tornando in paese solo per la semina o per il raccolto, e coloro che scappavano dai barbari portavano con se la statua ed il simulacro del loro protettore Sant’Antonio da Padova per paura che questa venisse profanata dagli invasori.

Una leggenda vuole che una volta costruita la Chiesa, alcune persone avessero portato il simulacro nella Parrocchia di San Sebastiano ad Arbus, sostituendolo con una statua più nuova, ma il giorno dopo la piccola statua di Sant’Antonio fu ritrovata misteriosamente nella sua Chiesetta originaria. Questo fatto si ripetè altre volte e per questo motivo, il Simulacro, viene spostato soltanto durante la festa del Santo durante il percorso della processione verso la borgata di Santadi.

Autore: Redazione