Giovedì Santo 2020

di Pubblicato in Approfondimenti, Dal Vaticano, News


A causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni, le festività pasquali soffriranno di notevoli limitazioni per i fedeli, per questo la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha cercato di rimanere vicino alle famiglie e ai singoli fedeli, per “non rinunciare a vivere la Pasqua, pregando e addirittura celebrando, non solo attraverso le diverse forme di comunicazione spirituale”. Per questo motivo la Cei si è premunita di offrire ai fedeli uno schema di preghiera, meditazione e di gesti da compiere per restare in comunione con la Chiesa e sentirne la presenza, in questo particolare periodo.

Per ogni giornata è previsto un modo di rendere la propria abitazione un luogo di preghiera e raccoglimento in cui poter celebrare al meglio e rimanere in contatto con la propria spiritualità. Ai genitori (mamma e papà) è richiesto di “presiedere” e guidare le celebrazioni, ma per ritrovare in casa “i grandi segni della liturgia” anche ai figli viene richiesto di compiere importanti gesti simbolici.

Per quanto riguarda il Giovedì Santo, nelle celebrazioni della sera saranno utilizzati il crocifisso, la Bibbia, un’icona della Vergine Maria e un cero. In questo giorno viene ricordata l’ultima cena di Gesù e l’istituzione dell’Eucarestia. Nel testo di meditazione e nello schema di preghiera, sono previsti anche la lettura dei Salmi e della Lettera si San Paolo ai Corinzi.

Per quanto riguarda le celebrazioni officiate dal santo padre, è noto che Papa Francesco non ha mai celebrato né a San Pietro, né a San Giovanni in Laterano (cattedrale di Roma), com’era usanza dei suoi predecessori. Fedele ad una tradizione in atto dal tempo in cui era arcivescovo di Buenos Aires, ha preferito luoghi ai margini della società (o scartata dalla società, come lui li definisce), in particolare le carceri. Dal 2013 fino al 2019 gli istituti penitenziari visitati da Papa Francesco sono stati: il carcere minorile di Casal del Marmo, il Centro Santa Maria della Provvidenza della Fondazione don Gnocchi, il Cara di Castelnuovo di Porto, il carcere di Paliano, il Regina Coeli, e il carcere di Velletri. In ognuna di questa occasioni, ha eseguito lui stesso la lavanda dei piedi a 12 carcerati, tra uomini e donne, a prescindere dal loro credo. Date le norme anticontagio in atto, tutte le celebrazioni (comprensive di lavanda e processione) non potranno svolgersi.

Il testo redatto dalla Cei si trova nella home page del sito della Chiesa cattolica, oppure si può scaricare direttamente a questo link: liturgia Settimana Santa.

Autore: Redazione