Il presepe e il suo messaggio

di Pubblicato in Dal Vaticano, News


Nella catechesi dell’antivigilia di Natale, Papa Francesco ho proposto una riflessione generale per spingere ad una celebrazione più consapevole dei festeggiamenti di questo periodo. Il santo padre lo ha definito “festa dell’amore incarnato”, in riferimento alla nascita di Gesù, che si fa uomo per noi tutti, proprio nella più grande manifestazione d’amore.

Per questo ha poi esortato a godere della vicinanza che ci è permessa, nella contemplazione della “luce che dà senso all’esistenza umana e alla storia intera”. Un senso di giusto e di beatitudine che dovrebbe scacciare i cupi pensieri portati dalla pandemia, che ancora ci costringe a stare lontani da una parte dei nostri cari.

Nel presepe ritroviamo tutto ciò. Nella sua composizione, il Bambin Gesù giungendo tra gli uomini fa “rinascere in noi la tenerezza”, ricordandoci l’importanza di “essere vicini, per essere umani”, soprattutto in un momento in cui la vicinanza sembra così difficile. La gioia di poter dire “Dio è con noi! Dio è uno di noi!”.

Sospendendo la serie di meditazione sulla preghiera, Papa Franceco ha voluto inviare questo messaggio incoraggiante ai fedeli, durante il discorso tenuto nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, nell’antivigilia di Natale. Il papa non nasconde che questa festa è stata “sequestrata” dal consumismo, diventando un’occasione “ricca di regali e di auguri ma povera di fede cristiana e di umanità”. Mentre, per il cristiano, è invece il momento perfetto per celebrare il Natale con una consapevolezza maggiore, perché è il ricordo di un avvenimento decisivo, religioso e perfino intimo, perché riguarda ognuno di noi, e non si dovrebbe confondere con gli orpelli della festa universale che tutti ormai riconoscono.

Nell’annuncio degli angeli ai pastori c’è la chiave per comprendere meglio questa particolare festa di fede, quando dicono: “Non temete, ecco io annuncio una grande gioia, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” Quel “bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”, per usare per le parole del vangelo di Luca, è anche il segno di una conferma della fede cristiana, dell’arrivo della luce nel mondo, e della forza della fede. Infatti, quel “Bambino umile e povero,nascosto e inerme, è Dio stesso, fatto si uomo per noi.” Questo è il grande sacrificio che Dio è stato disposto a fare per noi, e un simile gesto può essere una leva per trovare la forza necessaria a “rimuovere dai nostri cuori e dalle nostri menti il pessimismo”, proprio come affermato da Papa Francesco. La tenerezza umana è segno della divina provvidenza che veglia su di noi, e che può essere la nostra forza per superare questo difficile momeno di emergenza sanitaria.

Autore: Redazione