La Traslazione della Madonna di Casaluce: una Festa di devozione e tradizione

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Il 15 ottobre è una data speciale per la città di Casaluce e per tutti coloro che venerano la Madonna di Casaluce, un momento in cui la comunità si unisce per celebrare la Traslazione della santa icona. Questa festa segna il ritorno della Madonna di Casaluce da Aversa, dove risiede temporaneamente, al suo santuario nella città natale. È un evento che porta con sé una ricca tradizione religiosa e culturale.

Storia e significato della Madonna di Casaluce: Il Santuario di Santa Maria di Casaluce è stato eretto nel 1360 nel castello omonimo, una delle prime fortezze normanne in Italia e nel Mediterraneo. Fu donato ai monaci Celestini nel 1360 da Raimondo del Balzo, barone di Casaluce e comandante dell’esercito angioino di Napoli. I monaci Celestini trasformarono il castello in un monastero e costruirono l’Abbazia-Santuario in stile gotico, adornandola con cicli di pitture fiorentine di grande pregio, attribuite a vari maestri fiorentini e locali.

Il Santuario custodisce un’icona bizantina del XI secolo di Santa Maria di Casaluce e due idrie, associate alla tradizione delle giare utilizzate da Gesù Cristo per compiere il suo primo miracolo alle nozze di Cana di Galilea. Questi tesori furono portati in dono al re di Napoli dal viceré Sanseverino, dopo il suo ritorno dalla Terra Santa, e successivamente affidati a Raimondo del Balzo. Nel 1360, i monaci Celestini divennero i legittimi proprietari e l’icona assunse il titolo di Casaluce, a testimonianza della sua appartenenza al monastero di Casaluce.

La venerazione per la Madonna di Casaluce si diffuse rapidamente in tutto il Regno di Napoli, con numerosi sovrani che la invocarono e venerarono, da Giovanna I d’Angiò a Carlo III di Borbone. Nel 1772, il vescovo Borgia della diocesi di Aversa ottenne da Papa Clemente XIV un rescritto che dichiarò la Vergine di Casaluce Patrona Principale della diocesi di Aversa.

Il Santuario custodisce un’icona bizantina del XI secolo di Santa Maria di Casaluce e due idrie, associate alla tradizione delle giare utilizzate da Gesù Cristo per compiere il suo primo miracolo alle nozze di Cana di Galilea. Questi tesori furono portati in dono al re di Napoli dal viceré Sanseverino, dopo il suo ritorno dalla Terra Santa, e successivamente affidati a Raimondo del Balzo. Nel 1360, i monaci Celestini divennero i legittimi proprietari e l’icona assunse il titolo di Casaluce, a testimonianza della sua appartenenza al monastero di Casaluce.

La venerazione per la Madonna di Casaluce si diffuse rapidamente in tutto il Regno di Napoli, con numerosi sovrani che la invocarono e venerarono, da Giovanna I d’Angiò a Carlo III di Borbone. Nel 1772, il vescovo Borgia della diocesi di Aversa ottenne da Papa Clemente XIV un rescritto che dichiarò la Vergine di Casaluce Patrona Principale della diocesi di Aversa.

La festa è anche un’occasione per celebrare le tradizioni del luogo. La tombola di San Gaudenzo, un gioco tradizionale, si svolge in piazza Cavour il 14 ottobre, mentre il Borgo Sant’Andrea festeggia dal 13 al 15 ottobre, e Torre Pedrera si unisce alle celebrazioni il sabato 14 ottobre.

La Madonna di Casaluce è portata in processione due volte l’anno, seguendo il decreto regio del 23 marzo 1857. Per i Casalucesi, questi momenti hanno un significato speciale, segnando il ritorno della loro amata Madonna a casa dopo un periodo di prestito.

Nel corso degli anni, l’importanza del Santuario di Casaluce è stata testimoniata dai numerosi pellegrini che vi si recano in cerca di grazia e intercessione. La festa è anche un’occasione per riflettere sulla storia e la devozione che circondano la Madonna di Casaluce, un’icona che ha ispirato fede, speranza e devozione per secoli.

Autore: Redazione