A Ravenna, ogni anno, il 23 luglio non è una semplice data sul calendario, ma un momento profondo di identità collettiva: è la festa di Sant’Apollinare, patrono della città e dell’intera Emilia-Romagna. La sua figura, legata alle origini del cristianesimo ravennate, è celebrata con un’intensità che va ben oltre il solo ambito religioso. Già dalla sera precedente, il 22 luglio, l’atmosfera inizia a trasformarsi: le località di mare, da Marina di Ravenna fino a Punta Marina e al Lido di Classe, si illuminano con spettacolari fuochi d’artificio che si riflettono sulle onde, mentre la costa si anima di musica, eventi gastronomici, famiglie e turisti che si lasciano avvolgere da una serata di festa. È il prologo perfetto a una celebrazione che unisce sacro e popolare, memoria e attualità.
Il giorno seguente, al mattino, il cuore spirituale della festa prende forma con la Messa solenne nella Cattedrale di Ravenna, presieduta dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni. È un momento sentito, partecipato da autorità civili e religiose, ma anche da tanti cittadini comuni che riconoscono in Apollinare non solo il primo vescovo della città, ma anche una guida spirituale e simbolica per tutta la comunità. La liturgia, tradotta in LIS e sottotitolata per renderla accessibile a tutti, mostra come la festa voglia essere davvero inclusiva, segno di una Chiesa che si apre e accoglie.
Il cammino di fede prosegue anche nella sera del 22, con il pellegrinaggio diocesano che parte dalla chiesa di San Lorenzo in Cesarea e si conclude nella maestosa Basilica di Sant’Apollinare in Classe, tra i luoghi più suggestivi della spiritualità bizantina. Qui si tengono i vespri e una Messa serale che rafforza ulteriormente il legame tra fede e bellezza artistica. E proprio la basilica, con i suoi famosi mosaici del VI secolo, diventa protagonista non solo religiosa, ma anche culturale: durante la giornata del 23 luglio, l’accesso è gratuito, così come in altri siti storici della città, come il Battistero degli Ariani, il Mausoleo di Teodorico o il Museo Nazionale. È un invito a riscoprire il patrimonio ravennate, a viverlo da cittadini consapevoli o da visitatori incantati.
La sera, infine, la festa si apre anche alla musica e all’arte contemporanea: la Young Musicians European Orchestra si esibisce nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, portando le note del presente tra le navate di un luogo carico di storia. E mentre i vespri si concludono e il silenzio della sera cala sulla città, resta viva la sensazione di aver preso parte a qualcosa che va oltre l’evento: un legame profondo tra Ravenna e il suo patrono, tra passato e futuro, tra sacro e bellezza. La festa di Sant’Apollinare non è solo un rito: è un’identità che si rinnova, un invito alla contemplazione, ma anche alla condivisione. È Ravenna che si racconta, ancora una volta, attraverso la luce dei mosaici e la forza di una tradizione che guarda avanti.