Riccardo di Chichester

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Riccardo di Chichester, noto come Riccardo di Wych, nacque a Droitwich Spa nel 1197.

Riccardo era figlio di umili proprietari terrieri, pur essendo molto attivo negli studi da ragazzo e giovane, da adulto lavorò nella fattoria per aiutare la famiglia.

Risolti i problemi economici, andò a studiare all’Università di Oxford nel 1214, per poi proseguire gli studi prima a Parigi e poi a Bologna, dove si concentrò sul diritto canonico; in questa città ebbe a rifiutare per la seconda volta una proposta di matrimonio economicamente allettante.

Tornato a Oxford nel 1235 venne subito nominato rettore dell’università. Nel 1237 il suo antico maestro ed amico Edmondo Rich divenne arcivescovo di Canterbury e lo nominò cancelliere della diocesi, dove collaborò efficacemente nell’attuazione della riforma del clero e nel contrastare le intromissioni del potere del re.

Quando Edmondo morì gli lasciò in eredità un calice, fu in quella circostanza che Riccardo decise di iniziare a studiare teologia presso i domenicani di Orléans per farsi prete.

Divenuto sacerdote all’età di 45 anni, decise di ritornare in Inghilterra dedicandosi come semplice parroco ai fedeli di Charing e Deal nel Kent.

Il nuovo arcivescovo di Canterbury Bonifacio di Savoia lo volle però nominare subito come cancelliere della diocesi, dove si trovò coinvolto nella disputa per l’elezione del vescovo di Chichester: i vescovi ed il partito della Riforma sostenevano la candidatura di Riccardo mentre il re Enrico III nominò Riccardo Passelewe, poco ferrato di questioni teologiche ma abile amministratore.

La nomina venne però rigettata dall’arcivescovo di Canterbury ed il re, per tutta risposta, confiscò i beni e le rendite della diocesi di Chichester. Dovette intervenire papa Innocenzo IV per dirimere la questione, il quale, nel 1245 a Lione, consacrò vescovo Riccardo di Wych.

Tornato nella sua diocesi di Chichester come nuovo vescovo e trovando tutti i beni ancora sequestrati, dovette fissare la sua dimora in casa di un parroco a Tarring (nel Sussex). Dopo due anni Enrico III, onde evitare la scomunica minacciata da Papa Innocenzo IV, finalmente restituì tutti i beni alla diocesi.

Riccardo operò negli anni con grande carità e generosità, soprattutto durante la carestia del 1247, mostrando comprensione verso i peccatori, prestando assistenza agli ammalati ed ai sacerdoti anziani. Si batté per una celebrazione dignitosa della messa, la somministrazione gratuita dei sacramenti, il rispetto del precetto festivo e per la conoscenza a memoria delle preghiere, oltre al celibato del clero e ad altre disposizioni raccolte tutte negli Statuti Diocesani.

Predicò l’inizio di una nuova crociata, dopo quella fallimentare del 1253, non tanto per ragioni politiche quanto piuttosto per consentire ai pellegrini l’accesso alla Terra Santa.

Morì a Dover, dove si era recato per far erigere una chiesa in memoria del suo antico maestro e vescovo san Edmondo Rich, il 3 aprile 1253.

Dopo appena nove anni, tale era la sua fama di santità, fu canonizzato da papa Urbano IV, il 22 gennaio 1262. Per volontà del re Edoardo I, il 16 giugno 1276, le sue spoglie furono racchiuse in un reliquario posto dietro l’altare maggiore della cattedrale. Purtroppo però tali reliquie andarono perse quando, per volontà dello scismatico Enrico VIII, tale reliquario venne distrutto il 20 novembre del 1538.

Il 3 aprile divenne festa generale nei monasteri benedettini di tutta l’Inghilterra ed è ancora celebrata da cattolici ed anglicani: è venerato come protettore dei cocchieri, probabilmente perché quando lavorava nella fattoria paterna conduceva carri e cavalli.