I miracoli del giovane pellegrino

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Nel 1085 nacque a Vercelli, da una famiglia nobile un giovane destinato a seguire il Signore. Fu battezzato con il nome di Guglielmo. Ancora non sapeva che nella sua vita avrebbe fondato un ordine molto importante.

In quegli anni i pellegrinaggi in terre lontane erano molto diffusi. Guglielmo a soli 14 anni sorretto dalla fede decise di intraprendere un pellegrinaggio. Con una modesta tunica e con la cintura di cilicio si avviò lungo la strada per Santiago de Compostela, in Spagna.

Durante il cammino molte furono le disavventure, oltre che la pioggia, le privazioni dal cibo ed il freddo segnarono la salute del giovane. Nonostante ciò riuscì a completare la sua impresa, giungendo al cospetto dell’Apostolo Giacomo.

Nelle sue intenzioni aveva progettato di compiere un altro pellegrinaggio: in Terra Santa, a Gerusalemme. Tuttavia numerosi ostacoli non gli permisero di compiere il pellegrinaggio verso il Santo Sepolcro di Cristo, in Palestina.

L’Apostolo Giacomo a Santiago de Compostela

Richiamato dalla vita religiosa si rifugiò come eremita nei pressi del monte Solicchio. Passò sul monte due anni, digiunando e dormendo sulla terra, assorto in continua preghiera.

I miracoli

Guarì dalla cecità un cieco, accrebbe a tal punto la sua fama che un gran numero di persone cominciò a salire al monte per parlare con lui. Infastidito dal continuo afflusso di persone, decise di intraprendere un cammino per Gerusalemme. Tuttavia lungo la strada per la Terra Santa ebbe una visione, Dio si manifestò a lui rivelandogli quanto voleva.

Il destino del santo

Interrotto il viaggio per Gerusalemme si fermò nel regno di Napoli, nascondendosi in un bosco per ricominciare la sua vita da eremita. Tuttavia fu notato da alcuni taglia boschi che lavoravano nei pressi della sua grotta. Da quel giorno cominciarono di nuovo una lunga serie di visite di persone che accorrevano per vederlo e per avere guarigioni.

Decise allora di cambiare luogo e si rifugiò sul monte Vergine un luogo isolato ed impervio. Malgrado la sua fuga fu raggiunto anche qui da alcuni giovani che volevano seguirlo nella sua vita da eremita.

Sollecitato da tante richieste cominciò a costruire un ricovero per quanti volevano seguirlo nella meditazione. Braccia giovani e forti lo aiutarono nella sua impresa. Man mano che la costruzione s’innalzava altri accorrevano ad unirsi a lui. Alcuni di loro chiedevano consigli, e lui elargiva suggerimenti secondo la regola di san Benedetto.

La sua parola e l’esempio che dava con la sua vita attiravano sempre di più gruppi di giovani. Man mano vennero fondati dei monasteri, dagli stessi giovani che l’avevano seguito per primi.

I suoi miracoli si moltiplicarono. Le sue intercessioni erano sbalorditive, i sordi sentivano, i muti tornavano a parlare correttamente ed i ciechi tornavano ad avere il dono della vista. Anche i moribondi venivano miracolosamente risanati.

Si racconta che riuscì anche a trasformare l’acqua in vino come aveva fatto Gesù alle nozze di Cana. Perfino il re di Napoli,udite le sue opere miracolose, cominciò ad avere una grande venerazione per il santo, affidando la sua famiglia ed il regno intero alle preghiere del santo pellegrino.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.