La città di Frosinone celebra con orgoglio due figure poco note al grande pubblico, ma profondamente radicate nella sua identità storica e religiosa: San Silverio e Sant’Ormisda, entrambi pontefici e originari della vicina città di Fondi, che vissero tra V e VI secolo. La loro festa patronale cade ogni anno il 20 giugno, giorno dedicato alla memoria liturgica di San Silverio, mentre Sant’Ormisda viene onorato congiuntamente nello stesso contesto, pur avendo come data liturgica ufficiale il 6 agosto. La città li venera come patroni principali, riconoscendoli come guide spirituali e protettori della comunità.
San Silverio, eletto Papa nel 536, visse uno dei periodi più turbolenti della storia della Chiesa, in piena crisi tra l’Impero Romano d’Oriente e il regno ostrogoto in Italia. Fu deposto con l’accusa di tradimento, esiliato e infine morto in esilio sull’isola di Ponza, dove secondo la tradizione fu martirizzato. È venerato come esempio di fermezza e fedeltà alla verità, anche a costo della propria vita. La sua figura è particolarmente cara a Frosinone, che da secoli ne custodisce la devozione.
Sant’Ormisda, suo padre secondo una tradizione consolidata, fu Papa tra il 514 e il 523. È ricordato per il suo impegno nel sanare lo scisma acaciano, che aveva diviso la Chiesa tra Oriente e Occidente, e per aver riportato pace e unità alla comunità cristiana. La presenza di entrambi i santi come patroni della città è segno di un legame profondo tra Frosinone, la Chiesa e la memoria storica di un territorio che ha dato i natali a due importanti figure del papato antico.
Le celebrazioni patronali del 20 giugno costituiscono ogni anno un momento centrale per la vita religiosa e civica della città. La giornata si apre con la solenne celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, alla presenza del vescovo, delle autorità civili e militari, delle confraternite e dei cittadini. Al termine, si svolge la tradizionale processione con la statua di San Silverio per le vie del centro storico, accompagnata da canti, preghiere e momenti di raccoglimento collettivo.
Accanto agli appuntamenti religiosi, la festa si arricchisce di eventi culturali, spettacoli, concerti e mercatini che animano la città nei giorni precedenti e successivi alla ricorrenza. Per molti frosinati, è un’occasione di ritorno: chi vive altrove rientra in città per partecipare a una festa che è insieme devozione e appartenenza. Non mancano momenti dedicati ai bambini, attività per le famiglie e fuochi d’artificio a chiusura della serata, in un clima che unisce sacro e festa popolare.
La devozione a San Silverio e Sant’Ormisda rappresenta per Frosinone un legame continuo con le proprie radici, una tradizione che affonda nel passato ma che ogni anno si rinnova nel presente, coinvolgendo generazioni diverse e rafforzando l’identità collettiva. In una città che guarda al futuro, i suoi patroni continuano a rappresentare un riferimento spirituale saldo e condiviso.