Tra fuoco e fede: la “Uglia” di Pignola, rito ancestrale per la Madonna del Pantano

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


Ogni terza domenica di maggio, Pignola si trasforma in un teatro popolare di fede, coraggio e tradizione: è il giorno della “Uglia”, una delle manifestazioni più intense e suggestive della festa della Madonna del Pantano, che quest’anno cade il 18 maggio. In questo piccolo borgo lucano, la devozione prende la forma di una processione antica e spettacolare, dove religione e riti ancestrali si fondono in un’atmosfera unica. La protagonista è “la Uglia”, un piccolo trono di stoffa a forma di guglia su cui è dipinta l’immagine della Madonna, portato in spalla da un gruppo di giovani del paese. Al loro fianco, la banda accompagna il cammino con musiche solenni che si intrecciano al crepitio delle fiamme. Già, perché a rendere singolare questa processione sono proprio le “fanoie”, enormi falò di ginestre accesi nei vicoli più stretti di Pignola, vere e proprie barriere di fuoco che interrompono il passo della Madonna e dei suoi portatori. Il significato di questi roghi non è del tutto chiaro: c’è chi li interpreta come simbolo della lotta tra il bene e il male, chi come un modo per trattenere più a lungo la sacra immagine nel proprio rione, quasi a strappare alla Madonna una benedizione più forte, una protezione più duratura. Ma ciò che è certo è che l’emozione raggiunge il culmine proprio lì, davanti alle fanoie. I giovani che sorreggono la Uglia si danno coraggio con sorsi di vino, si studiano, si sfidano, si incitano. Tentano di lanciarsi tra le fiamme, fingono di farlo, poi si fermano, poi riprovano, in un crescendo di tensione e partecipazione. E solo quando il fuoco inizia a cedere, e le ginestre diventano braci incandescenti, ecco che con un balzo deciso attraversano il tappeto ardente, tra l’applauso e l’incitamento dei presenti. Ma il viaggio non è finito: più avanti, un’altra fanoia li attende, e poi un’altra ancora. È un ciclo che si ripete, un percorso di fede messo alla prova, di comunità che si stringe intorno alla propria Madonna. La Uglia non è solo una festa religiosa: è uno spettacolo denso di significati antropologici, un rito che parla di identità, di appartenenza, di un paese che ogni anno si rinnova nel fuoco e nella devozione. Chi ha la fortuna di assistervi non può restare indifferente: si resta rapiti da quel miscuglio di sacro e profano, di fumo e preghiere, di sudore e musica, in cui si rispecchia l’anima più autentica della Basilicata.

Autore: Redazione

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