Storia:
Le tradizioni popolari narrano che il loco dove oggi è posto il Santuario delle Tre Fontane, era in origine il luogo dove i Druidi Celtici preparavano i loro successori.
Il Vescovo di Pavia, San Enodio scrisse che Sant’Antonio scappò da Bormio appena prima di diventare prelato, percorse la Val Furva fino al Maso Milanz (collina del paese di Tarces). In quel luogo si unì a due eremiti e rimase fino la loro dipartita. Se la storia narrata dal Vescovo fosse vera, il Santuario delle Tre Fontane, sarebbe uno dei più antichi della Regione.
Questo Santuario gode di ben due fonti di grazia: l’acqua miracolosa e un’Immagine della Santissima Vergine. Un documento non più completo risalente alla metà del 18esimo secolo, narra le origini del Santuario.
Nel 1229 un pastore di nome Moritz, all’improvviso vide uscire dalla roccia tre getti d’acqua, ogni getto trasportava una croce. Il pastore sgomento afferrò con la mano destra una croce e disse che tale cimelio sarebbe stato offerto alla Parrocchia di Stelvio di S.Ulrich, dove ancora oggi si trova. Mentre prendeva la seconda croce disse “L’altra croce la offro al Convento di S.Giovanni Battista a Monastero (oggi nota come Mustair, Svizzera). Nel frattempo che il pastore decidesse a chi consegnare la terza croce, quest’ultima svanì nella profondità delle acque.
Durante lo stesso periodo del miracoloso evento in Val Monastero si era stabilito nel 1228 il Sacerdote Johannes de Grava, che costruì a Santa Maria una Cappella dedicata alla Vergine, un ospizio per i viaggiatori ed un piccolo Convento. Si narra che una Suora nascose nel suo velo un’ostia, quando lo aprì al posto della sottile sfoglia la Sorella trovò l’impronta insanguinata di un bambino. La Monaca confessò l’accaduto a Johannes che sentendosi corresponsabile dell’accaduto, accompagno la donna in Valle di Solda, dove espiarono i loro peccati con una vita all’insegna della penitenza. Dopo la morte del sacerdote, il piccolo luogo di culto e meditazione da lui costruito, venne dimenticato come la sua opera dagli abitanti della valle.
Un’altra leggenda narra che un taglialegna intento nell’abbattere un albero nei dintorni dei luoghi dove Johannes visse, udì una voce celestiale dirgli “Taglia pure, ma non tagliare me”. L’uomo sgomento si inginocchiò e alzò lo sguardo al cielo, vide allora tra le fronde il volto della Madonna e fra gli stessi rami un’Immagine della Vergine, la stessa che si venera ancora oggi. Quello straordinario ispirò la costruzione di una piccola Cappella in legno. I fedeli aumentarono sempre più, fino a prendere la decisione nel 1526 di costruire una Cappella in muratura. La costruzione però avvenne oltre un secolo dopo.
Si ringrazia per la gentile concessione delle immagini il Sig. Roberto Carannate, gestore del portale www.trafoi.net
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