Durante il tempo di Natale c’è un’Italia che sceglie di raccontare la Natività con i volti, i gesti e le voci delle persone. È l’Italia dei presepi viventi, una tradizione che attraversa l’intero Paese e che, per pochi giorni all’anno, trasforma borghi, grotte, fiumi e centri storici in un grande racconto condiviso. Un patrimonio fragile e prezioso, fatto di comunità che si mettono in cammino insieme.
Nel Nord Italia, il presepe vivente dialoga spesso con il lavoro, la memoria e la vita quotidiana. A San Biagio, in provincia di Mantova, la “Notte di Luce” anima il paese il 25, 26 e 28 dicembre e il 4, 6 e 11 gennaio, con decine di antichi mestieri ricreati dal vivo. Al calare del sole, la scena si raccoglie attorno alla Sacra Famiglia, accompagnata da canti e letture sacre. In Trentino, il borgo di Lundo spegne le luci elettriche e si affida a candele e lanterne il 26, 27 e 28 dicembre, offrendo un presepe che è anche riflessione sul tempo e sull’attesa, raggiungibile solo con navette per ridurre l’impatto ambientale.
Scendendo verso il Centro Italia, il presepe vivente diventa spesso un cammino da attraversare. A Piobbico, nelle Marche, il borgo medievale si trasforma in Betlemme il 28 dicembre, con oltre cento figuranti che accompagnano i visitatori tra vicoli, piazze e cantine illuminate dalle torce. In Romagna, Montefiore Conca apre le sue mura il 26 dicembre, il 28 dicembre e il 1° gennaio, restituendo un Natale teatrale e profondamente legato all’identità del luogo.
Suggestiva anche la rievocazione sul greto del fiume a Pescia, in Toscana, in programma il 29 dicembre e il 6 gennaio, dove acqua e fuoco diventano parte integrante del racconto. A Greccio, luogo simbolo della nascita del presepe, la rappresentazione si svolge in più date: dal 30 novembre all’8 dicembre, poi 14 e 15 dicembre, dal 21 al 31 dicembre e dal 1° al 6 gennaio, mantenendo una sobrietà fedele allo spirito francescano. Nella Tuscia, il borgo di Vejano accoglie i visitatori il 26 e 28 dicembre e il 6 gennaio, con eventuale recupero il 4 gennaio.
Sempre al Centro, meritano attenzione Monterchi – Le Ville (visitabile il 26 e 28 dicembre e l’1, 4 e 6 gennaio), Marcellano, in Umbria (26–28 dicembre e 1, 4, 6 gennaio), Petrignano d’Assisi (25, 26, 28 dicembre; 1 e 4 gennaio; 6 gennaio sfilata) e Civita di Bagnoregio, che ospita il presepe il 26 e 28 dicembre e 1, 4, 5 e 6 gennaio, trasformando il borgo sospeso in un vero quadro sacro.
Nel Sud Italia, il presepe vivente assume spesso la forma di una festa popolare profonda, intrecciata con il paesaggio e con la vita quotidiana. A Tricase, nel Salento, il percorso supera i due chilometri ed è visitabile il 25, 26, 27 e 28 dicembre e l’1, 3, 4 e 6 gennaio, con un’edizione dedicata al tema della Pace. A Gravina in Puglia, nel rione Fondovito, il presepe va in scena il 6 e 7 dicembre e poi il 4 e 5 gennaio, offrendo un doppio tempo liturgico tra Avvento ed Epifania.
Sui Monti Lattari, Agerola accoglie i visitatori il 26 e 27 dicembre e il 2, 3 e 4 gennaio, con uno stile ispirato al presepe napoletano settecentesco. Nei Sassi di Matera, il presepe vivente si sviluppa in più appuntamenti: 6, 7, 13, 14, 20, 21, 27 e 28 dicembre, e 3 e 4 gennaio, con un’attenzione particolare all’accessibilità e ai temi del dialogo. In Sicilia, Prizzi apre il suo percorso il 26, 27 e 28 dicembre e il 3, 4 e 6 gennaio, mentre la monumentale Grotta Mangiapane di Custonaci ospita la rievocazione dal 25 al 28 dicembre e dal 3 al 6 gennaio, celebrando una tradizione che unisce memoria contadina e devozione.
Quello che accomuna tutti questi presepi viventi è la loro natura effimera. Esistono solo per pochi giorni, ma lasciano un segno duraturo. Non sono semplici eventi, ma atti collettivi di fede, cultura e appartenenza. Visitare un presepe vivente significa concedersi un tempo diverso, lento, incarnato, in cui il Natale torna a essere esperienza e non solo rappresentazione.



