San Bartolomeo apostolo è una figura che unisce il fascino della storia evangelica alla forza delle tradizioni popolari. Identificato con Natanaele nel Vangelo di Giovanni, Bartolomeo era uno dei Dodici Apostoli scelti da Gesù e, secondo la tradizione, dopo la Pentecoste portò l’annuncio del Vangelo in terre lontane: Armenia, Persia, India. La sua predicazione, però, lo portò anche al martirio, avvenuto – narra la leggenda – attraverso una delle morti più cruente della storia cristiana: fu scuoiato vivo. Proprio per questo, l’iconografia lo ritrae spesso con un coltello in mano o con la propria pelle sulle spalle, simbolo di una fede portata fino all’estremo sacrificio.
La Chiesa lo ricorda il 24 agosto, data che segna in molti luoghi d’Italia una delle feste popolari più sentite dell’estate. Questa ricorrenza cade in piena stagione di raccolto, e non a caso San Bartolomeo è tradizionalmente considerato patrono di contadini, macellai, conciatori di pelli, ma anche protettore contro le malattie della pelle e le febbri.
Oggi, la festa di San Bartolomeo è molto più di un appuntamento liturgico: è un momento in cui le comunità si ritrovano, riscoprono le proprie radici e celebrano un senso di appartenenza. Le celebrazioni cominciano spesso con la messa solenne e la processione, dove la statua del santo attraversa le vie del paese, seguita da fedeli, confraternite, musiche e fiori. Poi arriva la parte più gioiosa e popolare: fiere, mercatini, bancarelle di dolci, concerti, giochi per bambini e fuochi d’artificio che illuminano la notte estiva.
In un’epoca in cui molti eventi sono diventati veloci e virtuali, la festa di San Bartolomeo resiste come rito collettivo che unisce fede e socialità. È l’occasione per ritrovare volti amici, scambiare racconti, trasmettere ai più giovani storie che rischierebbero di perdersi. E anche chi non è credente spesso partecipa, perché queste giornate hanno un valore che va oltre la religione: sono la celebrazione di un’identità condivisa.
San Bartolomeo, con il suo esempio di coraggio e coerenza fino al martirio, ricorda che la testimonianza dei valori – qualunque sia la propria fede – richiede tenacia e autenticità. La sua festa, invece, ci ricorda che comunità e memoria non sono cose scontate: vanno coltivate, proprio come si fa con la terra in estate, quando si raccolgono i frutti di ciò che si è seminato.