Salerno celebra San Matteo: tra miracoli, tradizione e colori di festa

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


Settembre a Salerno ha il sapore della festa, della memoria e della devozione, perché il 21 la città celebra San Matteo, il suo patrono, in un intreccio di fede, tradizione e leggenda che attraversa i secoli e continua a parlare al presente. San Matteo Apostolo ed Evangelista, secondo la tradizione, è legato a Salerno perché nel 1544 salvò la città dall’assalto dei pirati saraceni guidati da Ariadeno Barbarossa: quando la popolazione, impaurita, invocò il santo, il cielo si oscurò e una tempesta disperse la flotta nemica, così che da allora i salernitani lo considerarono il loro difensore e lo vollero come simbolo di protezione. Le sue reliquie, giunte in città già nel X secolo, sono custodite nella cripta del Duomo, e lì si trova anche la celebre statua bifronte scolpita da Michelangelo Naccherino che guarda contemporaneamente verso il mare e verso le montagne, quasi a ricordare la doppia anima della città, capace di guardare avanti e indietro allo stesso tempo, verso il futuro e verso le sue radici. La festa di San Matteo è il cuore pulsante di Salerno, con un carattere che va oltre la liturgia per diventare rito collettivo, esperienza popolare e occasione di comunità. Le strade si riempiono di gente, le bancarelle propongono i sapori tipici come la milza imbottita, le luci e i fuochi d’artificio colorano la sera, e la processione con la statua del santo attraversa il centro fermandosi davanti ai luoghi simbolici della città, dall’ospedale Ruggi alla sede della Guardia di Finanza, dal Palazzo di Città fino al mare, dove il patrono benedice chi vive e lavora tra le onde. Nel 2025 il programma è particolarmente ricco e articolato, iniziato già il 13 settembre con la mostra fotografica “I Sentieri del Sacro” al Tempio di Pomona, proseguito il 14 con l’intronizzazione della statua d’argento del santo e il Palio Remiero all’Arenile di Santa Teresa, continuato il 15 con l’omaggio floreale in Piazza Flavio Gioia e la serata “Una Notte in Cattedrale”, fino ai giorni centrali con il triduo di preghiera e le visite della reliquia del Braccio di San Matteo in ospedali, carceri e caserme, segno di vicinanza ai luoghi più fragili della vita sociale. Il 20 settembre la vigilia è segnata dalla Messa presieduta dall’Arcivescovo e dal rito della raccolta della manna nella tomba dell’Apostolo, mentre domenica 21 settembre è il momento più atteso con le Messe del mattino, il solenne pontificale delle 11 celebrato dal cardinale Angelo De Donatis e la grande processione del pomeriggio, in cui i portatori trasportano i simulacri tra canti, preghiere e applausi, prima del rientro solenne al Duomo e della celebrazione conclusiva in cripta. La festa di San Matteo non è quindi solo religione ma racconto identitario, memoria storica e insieme rito popolare, è il modo in cui Salerno si riconosce, si stringe e si racconta al mondo, confermando che il suo patrono non è solo un santo dell’antichità ma un compagno di viaggio che continua a proteggere la città e a ricordarle che fede e comunità possono essere ancora oggi un ponte tra passato e futuro.

Autore: Redazione

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