Tornerà il prossimo 6 giugno l’appuntamento con La Lunga Notte delle Chiese, giunta alla decima edizione, un traguardo importante per un evento che, anno dopo anno, è diventato uno spazio privilegiato di riflessione, spiritualità e bellezza condivisa. Un’occasione in cui le chiese di tutta Italia spalancano le loro porte fino a notte inoltrata, trasformandosi in luoghi vivi di cultura, arte, musica, silenzio e dialogo. Ma soprattutto, quest’anno, di incontro.
Il tema scelto per l’edizione 2025 è “Abbracciami”, ispirato alla celebre parabola del figliol prodigo nel Vangelo di Luca (Lc 15,11-32). Un invito profondo e attuale a rileggere la nostra umanità nel segno della tenerezza, del perdono e del ritorno. Un tema che si inserisce perfettamente nel cammino del Giubileo della Speranza, richiamando l’immagine del Padre che corre verso i suoi figli – tutti, non solo quello ribelle, ma anche quello “perfetto” e infelice – per stringerli in un abbraccio che non giudica, non misura, non pretende. Solo accoglie.
In un mondo frantumato da guerre, frenesie, solitudini e dipendenze di ogni tipo, questa parabola ci appare come una mappa per ritrovare la strada di casa. Una casa interiore, spirituale, in cui sentirsi figli amati non per merito, ma per dono. La nostra epoca, segnata da fame di affetto e da una corsa costante al riconoscimento, ci ha resi spesso “lontani da Dio”, vaganti in un “paese lontano” dove la voce che ci chiama “figli prediletti” si fa flebile o inesistente. Ecco perché l’abbraccio diventa oggi un gesto rivoluzionario. Perché è ciò che manca e ciò di cui abbiamo più bisogno.
La Lunga Notte delle Chiese 2025 si propone come pellegrinaggio di speranza, un viaggio simbolico che attraversa diocesi, parrocchie, comunità religiose e culturali diverse. A promuovere il tema e i suoi significati è stata, anche quest’anno, una equipe eterogenea composta da volontari provenienti da varie diocesi e con differenti background, a testimoniare il respiro ecumenico e inclusivo dell’evento.
Il 6 giugno, dunque, sarà l’occasione per entrare in chiese che si fanno laboratorio di anime: tra concerti, momenti di lettura e preghiera, esposizioni, dialoghi interreligiosi e meditazioni. Un mosaico di linguaggi che converge in un unico messaggio: nessuno è così lontano da non poter essere abbracciato.
E così, nell’anno del decennale, La Lunga Notte delle Chiese non sarà solo una notte speciale, ma un segno del tempo che viviamo, un tempo che chiede riconciliazione, prossimità, ascolto. Un tempo in cui – forse – imparare a vivere davvero comincia proprio da un gesto semplice e disarmante come un abbraccio. Quello che il Padre continua a tendere, ogni giorno, a ciascuno di noi.