Dopo 700 anni i templari tornano in Vaticano

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La storia dei Templari è lunga e intricata, e si sviluppa dal medioevo fino ai giorni nostri. Dopo essere stati considerati per ben sette secoli un gruppo di eretici, tali voci sono state smentite. Gli eredi degli antichi cavalieri templari hanno ottenuto udienza in Vaticano, presso il segretario di Stato, il cardinale Pietro Paolin, che ne ha sempre studiato e seguito la storia.

Nel 2001, in seguito al ritrovamento del Manoscritto di Chinon, fu scoperto che papa Clemente V non aveva mai ritenuto l’ordine eretico. Anzi, il santo padre si era adoperato per salvaguardarli dall’attacco di Filippo IV il Bello, re di Francia, che li mise al bando e ne causò l’annientamento. L’accusa di eresia portò alla messa al rogo del Gran Maestro, Jacques de Molay, dopo un lungo e intricato processo descritto in dettaglio in una pergamena, in cui sono riportati tutti gli atti del Processus contra Templarios (dal 1309 al 1311). Una pergamena lunga ben 60 metri, ancora oggi custodita negli archivi Vaticani. In seguito a questo, le enormi ricchezze accumulate dai templari nei secoli furono nascoste, e su tale fatto sono state scritte molte storie e leggende.

Recentemente, i templari hanno vissuto un nuovo periodo rigoglioso, sia in Francia che in altri paesi europei, per questo hanno richiesto un riconoscimento ufficiale a livello internazionale. Il segretario generale dell’associazione italiana, Daniele Borderi, ha dichiarato: “Abbiamo consegnato al Segretario di Stato vaticano tutti i documenti che abbiamo e che riguardano le nostre associazioni. Lui ci ha ascoltato con attenzione e simpatia, assicurandoci che la Chiesa dovrà trovare una strada per risolvere la nostra vicenda. Del resto si tratta di fare giustizia, sebbene dopo tanto tempo.”

Oggi la missione dei templari è quella di “preservare i luoghi di culto, di tutelarli, di dare aiuto ai povere ma anche ai fedeli e ai pellegrini”, ha spiegato Borderi. Aggiungendo l’impegno a “combattere apertamente ogni forma di ermetismo, di satanismo e di massonerie”, in modo da mostrare il loro vincolo “all’obbedienza e all’umiltà”. Nonostante siano in genere persone sposate e di buona famiglia, hanno anche il precetto di “non ostentare le ricchezze”. In questo modo, i templari vogliono rimarcare la propria fede e la coerenza che li contraddistingue. Tra di loro ci sono anche le Dame, che perseguono gli stessi obiettivi.

Sabato scorso, i templari sono entrati in territorio Vaticano, dopo gli accordo presi con il cardinale Angelo Comastri, per partecipare ad un pellegrinaggio per le vie cittadine, raccogliersi in preghiera nella chiesa di Sant’Anna e terminare il percorso con una messa solenne nella chiesa di Sant’Alfonso. Il Covid gli ha impedito di celebrare messa a San Pietro, nonostante l’accordo concessogli in precedenza dal cardinal Comastri. In gruppi di 50 persone, seguendo le dovute norme di sicurezza, i templari hanno sfoggiato le proprie insegne, la cotta bianca, il mantello con la grande croce rossa e la croce sul petto; simboli che li contraddistinguono da secoli. Per il futuro, la speranza dell’ordine dei templari è di poter collaborare con i Cavalieri di Malta e quelli del Santo Sepolcro, in modo da mirare ad obiettivi più grandi e dare il segnale di questa nuova rinascita.

Autore: Redazione