Pelegrinaggio alla Grotta di Santa Sperandia.

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Per tradizione, l’ultima domenica di agosto, si svolge il pellegrinaggio alle Grotte di Santa Sperandia, una cavità nella roccia sul fianco del Monte Acuto, che si trova a 10 km da Cingoli, paese in cui è situato un Monastero dedicato alla Santa.

Le origini precise del monastero non sono conosciute, ma prese il nome della Santa originaria di Gubbio (1216) che si santificò al suo interno e divenne compatrona della città di Cingoli.

Si espanse nel corso dei secoli, intorno ad un primo impianto monastico benedettino, già esistente con il nome di San Michele Arcangelo. Il suo consolidamento avvenne probabilmente proprio dalla Santa, che al termine di una vita di peregrinazioni e di penitenza vi si ritirò, dando luogo, con l’incarico di Abadessa, a una fiorente comunità religiosa nata dall’unione delle monache di S. Michele con quelle del vicino monastero di S. Marco fuori porta Mentana.

La Santa morì l’11 settembre 1276. Sia in vita che in morte operò miracoli e ottenne grazie singolarissime. Si ricorda il miracolo delle ciliegie, la pace tra Cingoli e Jesi, la concordia tornata a fiorire tra i cittadini di Recanati e moltissime guarigioni istantanee avvenute non solo in Cingoli ma a Cagli, Pergola, Staffolo, Ancona, Jesi, Gubbio, Recanati, Treia, Venezia ecc. Il culto, ammesso dalla Chiesa, fu riconosciuto nel 1635.

Il corpo viene conservato incorrotto da sette secoli in una cappella del Santuario che porta appunto il suo nome.

Grande è la devozione per questa Santa, infatti, l’ultima domenica di agosto è tradizione recarsi in pellegrinaggio verso l’Eremo di santa Sperandia, un luogo nascosto in mezzo ai boschi. Qui si può raggiungere la Grotta che le fece da rifugio per alcuni anni e per arrivarci bisogna scendere ben 430 gradini.

La Grotta di Santa Sperandia si trova sul Monte Acuto e per raggiungerla si può passare da Treia, dirigendosi verso la frazione di San Lorenzo, oppure da Cingoli, seguendo la strada per San Severino Marche e le indicazioni per la Grotta. L’ultimo chilometro di cammino che vi separa dalla grotta è un strada un po’ accidentata ma comunque percorribile a basse velocità anche in auto.
Arrivati al bivio ci sarà l’indicazione che vi porta alla discesa verso l’Eremo di Santa Sperandia, dove inizierà il percorso fatto da 430 gradini.

Autore: Redazione