Raffaello – Affreschi della Cappella sistina, seconda parte

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Stanza dell’Incendio di Borgo
La presenza diretta di Raffaello si ritrova un’ultima volta nella Stanza dell’Incendio di Borgo. Questo a causa di altre commissioni papali a lui affidate, tra cui l’architettura della Basilica Vaticana e gli arazzi della Cappella Sistina. La maggior parte degli affreschi fu quindi eseguita dagli aiutanti, tra cui Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine, Giulio Romano e altri. Gli studiosi hanno scoperto che tanta era la mole di lavoro affidata a Raffaello, in quegli anni, che spesso la sua esecuzione diretta di un’opera diminuì sensibilmente.

La mano di Raffaello si riscontra soprattutto nel primo degli affreschi dell’Incendio di Borgo. Qui l’artista di Urbino riprende i motivi cari a Michelangelo, mostrando con anticipo gli stilemi del manierismo. Gli affreschi di questa Stanza furono realizzati tra il 1514 e il 1517, mostrando come tema principale la persona di papa Leone X. Per farlo si ripercorre la vita di altri due papi portanti lo stesso nome: Leone III e Leone IV. Nei quattro affreschi si mescolano con sapienza tanto le citazione classiche e letterarie tipiche dell’epoca e carie alla corte pontificia, quanto diverse allusioni al pontificato attuale.

Nonostante la volta rimase quella decorata dal Perugino (1507-1508), alle pareti i quattro affreschi raffaelliti che rendono gloriosa la Stanza sono: Incendio di Borgo (1514); Battaglia di Ostia (1514-1515); Incoronazione di Carlo Magno (1516-1517); Giuramento di Leone III (1517).

Sala di Costantino
L’ultima stanza commissionata da Leone X a Raffaello fu la Sala di Costantino. Era il 1571, ma gli ultimi anni di vita di Raffaello (morì nel 1520) non gli permisero di fare altro che preparare i cartoni per questa sala. L’ideazione del complesso decorativo resta attribuita all’artista di Urbino, ma è molto probabile che la stesura e la composizione delle scene alla parete siano merito dei suoi allievi Giulio Romano, Giovan Francesco Penni e Raffaellino del Colle. La realizzazione della Sala di Costantino è infatti datata 1520-1524, quando Giulio romano partì per Mantova, libero dagli impegni presi col papa, nel frattempo divenuto Clemente VII.

Attraverso la storia di Costantino Magno (principale tema iconografico), gli affreschi hanno lo scopo di esaltare la Chiesa, in particolare la vittoria conseguita sul paganesimoe e il suo stabilimento a Roma. Diverse le figure di pontefici ed angeli ritratte tra le nicchie con figure allegoriche. La volta riporta affreschi successivi (1582-1585) ad opera di Tommaso Laureti, pittore siciliano assunto da papa Gregorio XIII, il cui tema è sempre il Trinfo della religione cristiana.

La Sala di Costantino ha quattro affreschi principali: Visione della croce; Battaglia di Costantino contro Massenzio; Battesimo di Costantino; Donazione di Roma.

Autore: Redazione