San Francesca Romana

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Francesca Ponziani, conosciuta come Francesca Romana nacque a Roma nel 1384 da una nobile famiglia, la Bussa de’ Leoni, figlia di Paolo e di Iacobella de’ Roffredeschi. All’età di  dodici anni venne data  in sposa al nobile Lorenzo de’ Ponziani, del quale si diceva fosse imparentato con Papa Bonifacio IX.

La coppia si trasferì nel palazzo dei Ponziani a Trastevere, ebbero tre figli: Battista, Evangelista e Agnese. Evangelista e Agnese morirono giovanissimi nella peste del 1410.

Francesca il 15 agosto 1425 entrò nel monastero come oblata della Vergine con nove compagne.

Per otto anni le Oblate continuarono a vivere nelle proprie famiglie. Dal marzo del 1433 acquistarono una casa nel rione Campitelli, ai piedi del Campidoglio, a Roma, e cominciarono a svolgere vita in comune.

Francesca non entrò subito nella casa acquistata per la vita comune. Ma alla morte del marito Lorenzo, si aggiunse alle compagne assumendo la guida della congregazione. Il monastero, dove si costituì l’ordine delle Oblate di Santa Francesca Romana, nel marzo del 1433, è tuttora esistente ed in piena attività.

A Francesca ancora in vita le vengono attribuiti dei miracoli, come la storia di un boscaiolo che lavorando con un colpo di accetta si tagliò quasi del tutto un piede. I medici non sapevano che fare e lo lasciarono da solo perché dato per morto. Condotto da Francesca, lei gli pose sull’arto maciullato un suo unguento accompagnando il gesto con le preghiere.

Alcuni giorni dopo l’uomo si rialzò e l’arto tornò in salute. Un altro fatto accadde quando ricevette un uomo che aveva subito un colpo di spada sulla spalla. Il braccio era semi staccato e la spalla stava andando in cancrena. Francesca cominciò a pregare e a prestargli cure all’ interno del suo palazzo trasformato in ospedale. L’uomo dopo alcuni giorni riprese la piena funzionalità dell’arto.

Un’altra volta Francesca ricevette in ospedale un bimbo nato e morto poco dopo la nascita. La madre piangeva disperata e si rivolse a Francesca, perché tutti ne conoscevano la santità. Francesca impietosita prese in braccio il corpicino morto, cominciò a cullare il bimbo per pochi minuti e lo restituì alla madre quando il bimbo cominciava a emettere i primi vagiti.

Tra le narrazioni riportate anche quello di una donna che colpita da paralisi venne condotta dentro la casa ospedale di Francesca. Accovacciata accanto a lei, pregando intensamente, le rivelò che sarebbe tornata in piena salute dopo tre giorni e così avviene effettivamente.

Francesca morì a Roma il 9 marzo 1440, nella casa di Trastevere. Di lei si conservano le vesti e un dito esposti al monastero di Tor de’ Specchi. Il corpo fu sepolto presso l’altare maggiore della basilica di Santa Maria Nova al Foro, celebrata dai monaci benedettini olivetani.

Per via del gran afflusso di fedeli presso il luogo di sepoltura, l’anniversario della sua morte fu dichiarato festivo pochi anni dopo il suo decesso.

In seguito la santa fu seppellita nella confessione a forma di tempietto progettata da Bernini.

Era decorata con una statua bronzea di Francesca Romana accompagnata da un angelo e fu terminata nel 1649. Venne poi restaurata nel 1866 a causa della distruzione della statua durante la dominazione napoleonica.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.