San Giustino da Chieti: il primo vescovo e patrono, tra storia e culto abruzzese

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


Nel cuore dell’Abruzzo, nella città di Chieti, il nome di San Giustino è molto più che un ricordo del passato: è un pilastro spirituale, storico e identitario. Considerato il primo vescovo della città e oggi suo patrono principale, San Giustino è una figura avvolta da un’aura di antichità e fede che ha attraversato i secoli, radicandosi profondamente nella memoria collettiva dei teatini.

Le notizie sulla sua vita si perdono nella nebbia dei primi secoli del cristianesimo. Secondo la tradizione, San Giustino avrebbe vissuto tra il III e il IV secolo e sarebbe stato tra i primi a portare la parola del Vangelo in terra abruzzese, in un’epoca in cui la fede cristiana era ancora perseguitata. Di lui si racconta che fu instancabile nell’evangelizzazione, coraggioso nell’affrontare le difficoltà e fermo nella difesa dei più deboli, guadagnandosi la stima e la venerazione dei suoi concittadini.

Il suo culto si è sviluppato fin dall’alto Medioevo, tanto che la Cattedrale di Chieti, posta sul punto più alto della città, è a lui intitolata. Ma non solo: le sue reliquie sono custodite proprio sotto l’altare maggiore della cattedrale, in una cripta che è meta di pellegrinaggio e devozione. Entrare in quella chiesa, dominata dalla grande cupola ottocentesca, significa trovarsi nel cuore pulsante della spiritualità teatina.

La festa di San Giustino si celebra ogni anno il 11 maggio, e rappresenta uno dei momenti più sentiti dalla comunità. La città si veste a festa: la statua del santo viene portata in solenne processione per le vie del centro storico, accompagnata dal clero, dalle autorità cittadine e da tantissimi fedeli. Le campane risuonano a festa, i balconi si adornano di drappi colorati e Chieti rinnova la sua promessa di fedeltà al santo protettore.

Particolarmente suggestiva è l’atmosfera della sera, quando le luci si abbassano, le strade si illuminano di fiaccole e il simulacro argenteo di San Giustino torna in cattedrale tra i canti e le preghiere. È un momento di raccoglimento collettivo, in cui si respira il senso più profondo della tradizione religiosa abruzzese: sobria, ma intensa; discreta, ma radicata.

Una curiosità: San Giustino non è un santo particolarmente noto al di fuori dell’Abruzzo, eppure il suo nome è sopravvissuto nei secoli in varie forme, lasciando tracce nei toponimi, nelle chiese a lui dedicate e nei nomi propri. In molti comuni abruzzesi si trovano cappelle e altarini a lui intitolati, segno della diffusione e della profondità del culto.

San Giustino, oggi, continua a rappresentare per Chieti un simbolo di protezione e continuità, un ponte tra le origini cristiane della città e il suo presente. La sua figura parla ancora alle nuove generazioni, non solo come patrono religioso, ma come esempio di dedizione, coraggio e amore per la propria comunità.

Partecipare alla sua festa, tra i vicoli antichi di Chieti, significa entrare in un tempo sospeso, dove passato e presente si incontrano nella fede viva di un popolo che non ha mai dimenticato il suo primo vescovo.








Autore: Redazione

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