San Michele Arcangelo, il Protettore di Caltanissetta

di Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose


A Caltanissetta, l’8 maggio non è solo un giorno di primavera: è il momento in cui la città si stringe attorno al suo protettore, San Michele Arcangelo, con una devozione che si respira nell’aria e si legge negli occhi della gente. È una data carica di significato, che rievoca una storia antica e potente, tramandata con rispetto di generazione in generazione.

Secondo la leggenda, fu proprio in un giorno di maggio che San Michele apparve a un frate cappuccino, promettendogli che avrebbe protetto la città. Un’apparizione che i nisseni non hanno mai dimenticato. E quando nel 1625 la peste cominciò a dilagare e la paura si fece strada tra le mura cittadine, quella promessa divenne un’ancora di salvezza. Le autorità avevano messo delle guardie agli ingressi per impedire agli appestati di entrare, ma secondo la tradizione, fu San Michele stesso a intervenire, fulminando un uomo che stava tentando di forzare l’accesso. Un segno chiaro, potente, che rafforzò ancora di più la fede del popolo nisseno verso il suo celeste protettore.

E così, ogni anno, l’8 maggio diventa un giorno di memoria, gratitudine e festa. Il cuore delle celebrazioni è la processione della statua di San Michele, che parte dalla Cattedrale di Santa Maria La Nova, attraversa la Piazza Garibaldi e raggiunge la Chiesa di San Michele, dove resterà fino al 22 maggio. È un percorso solenne, ma anche profondamente umano: c’è chi cammina in silenzio, chi recita il Rosario, chi guarda la statua con occhi pieni di lacrime e speranza. È un cammino che racconta la fede di un’intera città.

Poi, il 22 maggio, San Michele ritorna al suo posto, sempre in processione, percorrendo le principali vie del centro storico. Non è solo un rituale religioso: è un evento collettivo, che coinvolge tutti. Le strade si riempiono, i balconi si addobbano, i bambini chiedono chi è “quel Santo con la spada”, e gli anziani raccontano – ancora una volta – la storia del miracolo, del frate, della peste. Ed è così che la tradizione resta viva.

In un tempo che corre veloce, dove tutto sembra liquido e incerto, questa festa rappresenta un momento di radicamento. San Michele è lì, con la spada alzata, a ricordare che la protezione non è solo una questione di fede, ma anche di appartenenza. A Caltanissetta, lui non è solo un Santo: è un compagno di strada, un custode invisibile, una presenza viva nella quotidianità di chi lo invoca.

Autore: Redazione

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