Ogni anno, il 22 giugno, Assisi si sveglia con un’anima diversa. È la Festa del Voto, un appuntamento che affonda le sue radici nel lontano 1241, quando Santa Chiara, con fede incrollabile, fermò l’assalto saraceno semplicemente esponendo l’Ostensorio al nemico da San Damiano. Da quel momento la città non ha mai dimenticato il prodigio e, nel 1644, ufficializzò il suo voto di gratitudine. Da allora, ogni giugno, si rinnova questa promessa.
Anche quest’anno, il 2025, la città si prepara con devozione e cura. Già il 21 giugno, nella Sala della Conciliazione, ci sarà un incontro dedicato alla memoria storica della festa, con studiosi e appassionati che racconteranno gli anni del rilancio tra il 1922 e il 1924. È un modo per riscoprire le origini recenti della tradizione e capire quanto ancora oggi sia viva.
Ma è il 22 giugno che il cuore batte più forte. Di buon mattino, quando il sole non è ancora alto, gli Araldi salgono sulla Torre del Popolo e intonano il tradizionale “coprifuoco”, mentre le campane della città suonano a festa. È un richiamo antico, che fa vibrare i muri di pietra e sveglia Assisi con dolce solennità. Poco dopo, davanti al Palazzo della Cultura, viene benedetta e riposizionata la copia restaurata della Madonna del Popolo: un gesto semplice ma carico di significato.
Nel pomeriggio, la città si colora con i fiori e le infiorate: balconi, strade e piazze diventano un inno alla bellezza e alla partecipazione. C’è anche una premiazione per i migliori allestimenti, un piccolo riconoscimento per chi tiene viva l’anima della festa anche attraverso i dettagli.
E poi arriva la sera. Tutti si radunano in Piazza San Rufino. Il corteo religioso parte e si fonde con quello civile in Piazza del Comune, proprio come un tempo, quando fede e città erano una cosa sola. Viene letto l’atto comunale del 1644, e il sindaco, insieme alle autorità religiose e civili, rinnova quel voto secolare. Subito dopo, le Clarisse offrono un omaggio floreale nella Basilica di Santa Chiara, in un silenzio che parla più di mille parole.
Ma il momento forse più emozionante arriva al Santuario di San Damiano. Lì, il Sindaco porta i ceri, come vuole la tradizione. C’è la celebrazione della Compieta, il Vescovo benedice i presenti, e si respira davvero la presenza viva di Santa Chiara. Si conclude in preghiera, in ascolto, in comunione profonda con la storia e la spiritualità del luogo.
La Festa del Voto non è solo una celebrazione del passato: è un atto d’amore verso il presente e un segno di speranza per il futuro. A chi viene da fuori, appare come un evento solenne e commovente; per chi è di Assisi, invece, è un’identità che si rinnova. Un giorno che ogni anno ci ricorda quanto la fede possa essere forte, concreta e profondamente radicata nel cuore di una città intera.