A Pompei, l’8 maggio non è una data qualunque. È un giorno in cui l’aria profuma di fede e le strade si riempiono di volti, passi lenti, rosari sgranati e occhi rivolti al cielo. Basta arrivare anche solo la sera prima per sentire che c’è qualcosa di speciale nell’aria: una calma intensa, carica di attesa. E poi, al mattino, tutto esplode. Il Santuario della Madonna del Rosario diventa il cuore pulsante della città, e attorno a lui si raduna un popolo che non conosce confini. Gente che viene da lontano, a volte a piedi, a volte portando sulle spalle dolori, promesse o ringraziamenti. Si arriva in silenzio, ma poi si canta, si prega, ci si commuove. E il momento più atteso arriva a mezzogiorno, quando parte la Supplica. Una preghiera che non è una formula, ma un grido, un dialogo accorato con la Madonna. Le voci si fondono, si alzano, diventano un’unica voce. Persone che magari non si conoscono, che forse non si incontreranno più, ma che in quel momento sono sorelle e fratelli nella stessa invocazione. È toccante, vero, quasi inspiegabile. Qualcosa ti si muove dentro anche se non sei credente. Forse è la forza della tradizione, forse è la speranza che si fa carne, forse è semplicemente il bisogno di credere che ci sia qualcuno che ascolta. E tutto questo accade in una Pompei che non è solo antica storia romana, ma è anche presente vivo, fede che cammina, che accoglie, che aiuta. Perché attorno al Santuario non c’è solo preghiera, c’è anche un’opera sociale immensa, figlia di Bartolo Longo, l’uomo che ha cambiato il destino di questa terra con un Rosario tra le mani. È lui che ha fatto nascere scuole, orfanotrofi, case per chi non ne aveva. E ogni 8 maggio, tutto questo prende vita, si rinnova, si celebra. Le vie si colorano, le bancarelle si riempiono, i bambini corrono tra le file di sedie sistemate in piazza. È festa, nel senso più vero e popolare del termine. E poi c’è anche una storia che pochi conoscono, ma che aggiunge fascino a questa giornata: la scelta dell’8 maggio come data per la festa della Beata Vergine di Pompei è legata all’apparizione di San Michele Arcangelo sul monte Gargano. Proprio l’8 maggio del 1883 fu benedetta la prima campana del Santuario e, in quell’occasione, Bartolo Longo recitò una preghiera a Maria che sarebbe diventata la prima stesura della Supplica. Un seme piantato con fede, che da allora non ha mai smesso di fiorire. E così, quando te ne vai, magari con un po’ di stanchezza addosso e un’immagine della Madonna in tasca, ti porti via qualcosa. Un ricordo, una sensazione, o semplicemente la voglia di tornare. Perché a Pompei, l’8 maggio, succede qualcosa che non si può spiegare: si può solo vivere.
Beata Vergine di Pompei: la celebrazione dell’8 Maggio
8 Maggio 2025 Pubblicato in Approfondimenti, Eventi, News, Ricorrenze Religiose
