“Luigi e Zelia Martin – Genitori degni del Cielo”

di Pubblicato in Approfondimenti, News

Luigi e Zelia Martin – Genitori degni del Cielo

I coniugi Luigi Martin e Zelia Guérin, genitori di santa Teresa di Lisieux, sono stati proclamati beati da papa Benedetto XVI il 19 ottobre del 2008, ed il 18 marzo del 2015 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei decreti per la canonizzazione di Luigi e Zelia, genitori di questa particolarissima e santa famiglia, che ha visto tutte e cinque le figlie abbracciare la vita claustrale. Quattro di loro presso il Carmelo di Lisieux e una presso il monastero del la Visitazione di Caen.

Otre tutto i coniugi Martin ebbero la gioia di accogliere le loro focolare nove figli, sette femmine e due maschi ( Maria,Paolina, Leonia, Elena,Luigi,Giovanni Battista, Celina, Melania Teresa, e Francesca Teresa), ma ne videro crescere e fiorire solo cique,perché quattro di essi tornarono al cielo in tenera età.

Vera De Dominicis ha pubblicato con Editrice Shalom il libro “Luigi e Zelia Martin – Genitori degni del Cielo” e ce ne parla in questo articolo.

________

Quando si parla di santi, i più immaginano persone dotate di una fede straordinaria, protagoniste di eventi mistici e capaci di opere irraggiungibili alle persone comuni: “Eh, ma quelli erano santi!”, come se avessero ricevuto una dote di fede in più al momento della nascita, come se la santità non fosse quel dono gratuito ricevuto al Battesimo, che ci rende tutti figli di Dio amati a redenti allo stesso modo.

Dovremmo allora chiederci come mai la Chiesa ce li dona come modello attuale in ogni tempo, e ancor più cosa significa essere santi, vivere una vita di santità?

Quando ho scritto la mia tesi di laurea non pensavo certo che un giorno sarebbe divenuta un libro ma ciò mi rallegra, sapendo che questo lavoro è il frutto di un percorso personale iniziato a seguito di un evento doloroso e benedetto che mi ha fatto incontrare la famiglia Martin. Ciò che mi ha aiutato di più in quel momento è stata la lettura delle lettere che Zelia Guerin, la mamma, scrisse al marito, alla cognata e alla figlia in collegio; in quegli scritti brillava una fede così forte, perseverante, tenace e allo stesso tempo, semplice, da entrare nella mia anima e infondermi il coraggio e la speranza di cui avevo bisogno per restare sotto il peso della croce, senza mai dubitare dell’amore di Dio e lasciarmi così illuminare dalla forza della grazia.

Per questo ho scelto di inserire numerosissime citazioni tratte da quelle lettere: per dare la possibilità al lettore di entrare in punta di piedi nell’intimità di casa Martin, non solo come ascoltatore e spettatore della loro vicenda, ma soprattutto come ospite, così che, pagina dopo pagina, egli si potesse nutrire di quella spiritualità genuina e decisa che li caratterizza.

In questo modo il lettore può rendersi conto di quanto la vita di Zelia e Luigi Martin sia stata normale, fatta di vicende ordinarie e di quanto questi santi coniugi si siano amati di un amore che dovrebbe essere quello degli sposi di ogni tempo, condividendo gioie e dolori di ogni tipo (nascite, lutti, malattie, lavoro, feste, preoccupazioni, speranze… una figlia difficile che li rende ancor più vicini al cuore pieno di preoccupazioni di tanti genitori di oggi).

Cosa c’è allora di straordinario in loro? Perché la santità è alla portata di tutti?

Credo che in fondo si tratti di sguardi: se tieni gli occhi fissi alla meta, al cielo, dove ti aspetta colui che ti ha creato e che ti ha dato il compito di diventare sempre più simile a lui nell’amore, riceverai il senso del tuo camminare e scoprirai che hai ricevuto insieme al dono della vita, anche la piena capacità di amare nel modo in cui sei chiamato a farlo: gratuito, incondizionato, fedele, fecondo.

Gli sposi cristiani a questo sono chiamati: a mostrare al mondo che questo tipo di amore è possibile. Ed è possibile non perché il giorno delle nozze hanno ricevuto dei poteri speciali, ma perché il Dio che si compromette con quella coppia, dona loro la grazia necessaria per farlo.

Si tratta di un continuo gioco di equilibri tra la nostra libertà e la grazia di Dio, attraverso le vicende tristi e liete della vita.

In questo Zelia e Luigi furono saldi: mettere sempre Dio al primo posto. Questo era il motto della loro famiglia. Per cui se prima di conoscersi si erano rivolti alla vita religiosa senza successo, avevano poi deciso di dedicarsi al lavoro e alla preghiera conducendo una vita di tipo monacale. Se dopo essersi conosciuti si erano scelti per camminare insieme, cercavano in tutti i modi di crescere nell’amore reciproco in quel donarsi e accogliersi che è proprio del matrimonio cristiano; sempre aperti e accoglienti verso la vita nascente (ebbero 9 figli in 14 anni) e mai ribellati quando dovevano restituire al cielo uno di quei figli (quattro morirono in tenera età). Quando la malattia si presentò inaspettata e in tutta la sua gravità (Zelia morì di un tumore al seno a soli 46 anni e Luigi di una arteriosclerosi cerebrale), la loro fede brillò ancora e questo fu possibile perché poggiava su dei principi saldi che avevano insieme rafforzato nel tempo: occorre abbandonarsi con fiducia a Dio che è un Padre buono e provvidente, accettando la sua volontà; Infatti Zelia e Luigi non maledicono mai la loro storia nella prova, perché sono certi che Dio li ama e dispone tutto con amore e soprattutto non carica mai nessuno sopra le sue forze.

Tantissimi sono gli episodi, le situazioni e gli aneddoti che Zelia ci racconta nelle sue lettere e questa spiritualità venne coltivata, dopo la sua morte, dal marito Luigi. Fu proprio lui ad accogliere il desiderio di tutte e cinque le figlie alla vita religiosa. Un’esagerazione questo papà che va a ringraziare il buon Dio che gli fa l’onore di scegliere le spose in casa sua? Qualcuno lo pensò anche allora, soprattutto per la giovanissima Teresa che, a neanche 15 anni chiese di entrare al Carmelo. Piuttosto potremmo dire che facilmente la chiamata alla vocazione religiosa può essere percepita e abbracciata da chi cresce in una famiglia che l’accompagna nella maturazione umana e religiosa attraverso un’educazione cristiana.

Il testo ci offre anche la possibilità di vedere tutta l’umanità di questi sposi, tutta la fatica e il combattimento della fede nelle avversità e di fronte alla loro debolezza di creature di cui sono profondamente consapevoli. Infatti Zelia e Luigi Martin non si sentivano assolutamente santi…anzi! Nell’umiltà che la contraddistingue sentiamo Zelia dire: “Voglio farmi santa: non sarà facile, vi è molto da sgrossare e il legno è duro come una pietra. Sarebbe stato meglio mettercisi prima, mentre ero meno difficile, ma, infine, è meglio tardi che mai”.

Figuriamoci se immaginavano di essere un giorno innalzati agli onori degli altari come già era avvenuto per la loro ultima figlia Teresa! Ma proprio lei fa eco alle loro parole, quando scrive: “la santità è una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli fra le braccia di Dio, consci della nostra debolezza, e fiduciosi fino all’audacia nella sua bontà di Padre”. E dove mai avrà maturato questa consapevolezza una ragazza così giovane, se non nella terra santa dove il Signore l’ha fatta nascere?

Qui sta la grandezza e la bellezza della fantasia di Dio, che entra in una storia comune e la rende luminosa come un faro che con la sua scia può illuminare il cammino di tanti uomini e donne che scelgono la famiglia come nuova via della loro santificazione. Zelia e Luigi hanno mostrato al mondo l’amore di Dio attraverso una vita semplice e ordinaria ma che è divenuta straordinaria perché hanno lasciato risplendere in essa la luce della fede e della grazia.

L’augurio è che questa lettura possa giovare all’anima di chi si trova in discernimento vocazionale, perché ci mostra la bellezza di due strade differenti (la vita religiosa e il matrimonio) dove il Signore è sempre e comunque il pastore; per i fidanzati e gli sposi che possono trovare in questa famiglia un ideale d’amore sponsale ed educativo per i loro figli; per chi si trova nel lutto, perché trovi ristoro e la forza di credere, nonostante tutto, nell’amore di Dio.

 

Autore: Vera De Dominicis

Nata ad Ancona, sposata e mamma di tre figli. Laurea di Magistero presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose "Lumen Gentium" di Ancona, insegna Religione Cattolica alle superiori. Catechista, segue il suo percorso di fede nel Cammino Neocatecumenale, assieme al marito.