San Romano di Condat

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Romano di Condat  nacque a Izernore nel  390, fu un monaco ed abate, fondò assieme al fratello san Lupicino il monastero di Condat a Lauconne, quello femminile di La Balme e quello di Romainmôtier. Ispirato dalla vita dei Padri del deserto della Tebaide.

Romano ed il fratello Lupicino nacquero a Izernore, nel territorio dei Sequani. I genitori lo mandarono a studiare nel monastero d’Ainay a Lione diventando allievo dell’abate Sabino. Si ritirò all’età di 35 anni a vivere una vita da eremita nelle foreste del Massiccio del Giura, chiamato Condat. Visse imitando i Padri del deserto della Tebaide sotto un gran pino solitario, le cui fronde lo proteggevano dalle intemperie, si nutriva di frutti selvatici e beveva da una sorgente.

Dopo qualche tempo gli stenti scoraggiarono Romano e Lupicino il fratello che lo aveva raggiunto nel frattempo. Decisero così di abbandonare Condat, ma poi spinti dall’ incoraggiamento di una donna tornarono sui loro passi.

Tornati a Condat dopo qualche anno cominciarono a giungere giovani attratti dai due eremiti in odore di santità. Romano decise allora di ospitarli, cominciando a costruire nel 445 il monastero di Condat e quello di  Lupicino, poco distante, ed in seguito quello di Lauconne.

I due monasteri erano amministrati da Romano, bonario e mite e Lupicino, austero e severo. La severità di Lupicino si alternava con la dolcezza di Romano.

Nei monasteri regnava la regola di san Basilio e di san Pacomio. La comunità non mangiava carne e si alimentava con latte e uova, indossavano pelli di animali e calzavano zoccoli. Più tardi le comunità fondate da Romano e Lupicino seguirono la regola benedettina.

All’arrivo della sorella Iola fondarono per lei il monastero femminile di La Balme. Su una roccia a strapiombo sulla riva del fiume Bienne che venne chiamato Saint Romain de Roche.

Nel 444 il vescovo d’Arles sant’Ilario lo convocò a Besançon, per dargli autorità e riconoscimento ufficiale, ordinandolo sacerdote.

Andando in pellegrinaggio a piedi sulla tomba di san Maurizio a Saint Maurice-en-Valais, Romano fu colto dall’oscurità della sera nei pressi di Ginevra, chiese ospitalità per la notte a due lebbrosi che vivevano in una capanna. Questi volevano respingerlo per non contagiarlo, ma lui non si impaurì della malattia e dormì con loro.

Al mattino i due lebbrosi alzandosi si accorsero di essere guariti. Decisero di recarsi con Romano a Ginevra a svelare la loro guarigione. Conoscendo bene i due lebbrosi, i ginevrini cercarono Romano per ringraziarlo. Romano confuso delle loro attenzioni raccolse l’occasione per invitarli a convertirsi e fare penitenza.

Tuttavia poco dopo il suo ritorno al monastero di Condat, Romano morì nel 460.

Venne seppellito nel convento di La Balme. Le sue reliquie vennero traslate nella chiesa dell’abbazia di Condat. Tuttavia nel 1522 un incendio distrusse la chiesa ed parzialmente le reliquie di Romano e di Lupicino. I resti salvati furono conservati nella chiesa di Saint-Romain-de-Roche costruita nel XVI secolo.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.