Santa Cristina: la fede di Gallipoli tra cielo e mare

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A Gallipoli, nel cuore del Salento, c’è un momento dell’anno in cui la fede, la tradizione e l’identità popolare si fondono in un’unica grande festa: è la celebrazione di Santa Cristina, patrona della città, che ogni anno, a fine luglio, trasforma le strade, le piazze e persino il mare in un grande abbraccio collettivo. La storia di Santa Cristina è antica, ma il legame con Gallipoli nasce nel 1867, durante una terribile epidemia di colera. Fu proprio allora che i gallipolini, colpiti dalla paura e dalla sofferenza, si rivolsero a lei con devozione, affidandole le proprie speranze. Secondo la tradizione, fu il suo intervento miracoloso a porre fine all’epidemia, e da quel momento Santa Cristina divenne ufficialmente la patrona della città. La sua immagine è ancora oggi custodita in una piccola chiesa affacciata sul porto, proprio dove i pescatori iniziano e terminano le loro giornate, e ogni anno viene portata in processione tra le vie del centro storico, accompagnata da bande musicali, canti e una folla che cammina in silenzio o prega sottovoce.

Ma la festa non è solo rito religioso: è anche un grande evento popolare che coinvolge tutta la comunità, e il programma del 2025 non fa eccezione. Si comincia la mattina presto con i colpi a salve e la Messa nella chiesetta della santa, poi via alla processione, alle luminarie, ai primi concerti nelle piazze principali. Il giorno successivo, il 24 luglio, è il cuore della festa: la banda gira per le strade già dalle prime ore del mattino, mentre nel pomeriggio, tra applausi e risate, si svolge la tradizionale cuccagna a mare, una prova di destrezza e coraggio in cui i partecipanti cercano di scalare un palo cosparso di grasso sospeso sull’acqua per afferrare la bandierina in cima. È uno spettacolo che fa sorridere e che racconta più di mille parole il senso profondo di questa festa: la leggerezza, la gioia condivisa, il gusto di stare insieme. La sera, poi, si torna nelle piazze per ascoltare musica dal vivo, ballare, assaporare le specialità locali – tra tutte la celebre scapece gallipolina, dal colore giallo intenso e dal sapore unico – e godersi l’aria tiepida che arriva dal mare.

Il 25 luglio la festa si chiude con l’attesissimo spettacolo pirotecnico: i fuochi si alzano dal Molo Foraneo e si riflettono sull’acqua, illuminando per qualche minuto l’intera baia. È un’immagine che resta impressa nella memoria, come un saluto festoso ma anche commosso alla patrona che ogni anno, secondo la fede di molti, continua a proteggere la città e i suoi abitanti. Partecipare a questa festa significa entrare per qualche giorno nel cuore vero di Gallipoli, fatto di riti antichi, sorrisi sinceri, mani intrecciate in preghiera e occhi rivolti al cielo. Santa Cristina, con la sua storia di forza e sacrificio, continua a parlare al presente, e ogni 24 luglio Gallipoli risponde con la voce di un popolo che non dimentica mai le sue radici.

Autore: Redazione

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