Santi Faustino e Giovita

di Pubblicato in Approfondimenti, News, Ricorrenze Religiose


Faustino e Giovita erano due nobili bresciani vissuti nel II secolo. Intrapresero la carriera militare e divennero cavalieri. In seguito furono convertiti al cristianesimo dal vescovo Apollonio. Subirono il martirio tra il 120 e il 134, per non aver voluto sacrificare agli déi due giovani.

Sono venerati dalla Chiesa cattolica come santi. Si festeggiano il 15 febbraio e sono patroni della città e della diocesi di Brescia e della parrocchia di Sorbolo.

Dopo la conversione ed il battesimo impartito dal vescovo Apollonio vennero accolti nella comunità dei primi cristiani bresciani. Si impegnarono da subito nell’evangelizzazione, in particolar modo durante la persecuzione di Adriano. Si consacrarono alla visita ed al conforto dei confessori della fede cristiana.

La loro opera risultò a tal punto efficace che il vescovo in premio nominò Faustino presbitero e Giovita diacono. Dopo la consacrazione intensificarono ulteriormente il loro zelo procurando ai prigionieri anche la grazie dei Ss. Sacramenti. La loro predicazione procurò numerose conversioni, rendendoli però malvisti.

I notabili di Brescia volevano difatti impedire la diffusione del cristianesimo. Alcuni potenti della città li denunciarono al governatore della Rezia, Italico, adducendo come pretesto il mantenimento dell’ordine pubblico. Un nobile di nome Giuliano li denunziò e li fece arrestare.

Portati dinnanzi ad Adriano imperatore, di passaggio in quei giorni per Brescia, furono invitati a sacrificare agli dèi dell’impero:

“Noi giammai sacrificheremo ai vostri dèi bugiardi, perchè uno solo è il Dio vero: Gesù Cristo il quale si fece uomo e mori sulla croce per la nostra salvezza!” risposero con coraggio.

“Ed  io vi costringerò colle torture” disse l’imperatore.

”E noi non vogliamo offendere il nostro Dio con simile atto di idolatria!”

“ Io vi farò scorticare vivi, vi taglierò le mani se non getterete una manata d’incenso sul turibolo del tempio; vi taglierò la lingua se non griderete « Evviva gli da dell’impero! » e poi vi butterò alle fiere!”

“Ma noi non ti ubbidiremo ugualmente! Le tue minacce, o imperatore, non ci fanno tremare, perché senza il permesso del nostro Dio, non ci puoi torcere un sol capello!”

Adriano li diede in pasto alle fiere.

“Oh, quanto dolce ì il patire e morire per il Signore!” così cantavano mentre venivano portati al circo.

Ma le fiere giunte vicine ai due Santi, divennero mansuete, si accovacciarono ai loro piedi, leccandoli dolcemente: Dio era con loro per proteggerli. Trascinati fuori dal circo, umiliati e tormentati dalla plebe in ogni modo, vennero condotti a Milano e poi a Roma e Napoli e infine riportati a Brescia dove il loro lungo martirio si concluse con la decapitazione.

Solitamente i due santi vengono raffigurati con una veste militare romana, generalmente con la spada in una mano e la palma, simbolo del martirio, nell’altra. In altre rappresentazioni sono ritratti in abiti religiosi, Faustino da presbitero, Giovita da diacono.

Il culto

Il loro culto si diffuse a partire dal VIII secolo grazie all’opera dei Longobardi, che contribuirono a narrarne la  vita leggendaria, in special modo a Viterbo. Nel 1438 divennero i santi patroni di Brescia, in seguito ad un evento miracoloso avuto luogo durante l’assedio della città ad opera dei milanesi.

Si narra che i due santi intervennero personalmente, apparendo sulle mura della città, respingendo a mani nude le palle delle cannonate, portando così i bresciani a vincere la battaglia. A Brescia li festeggiano il 15 febbraio con una famosa e storica fiera popolare fra le altre manifestazioni tradizionali. La festa di San Faustino è oggi considerata la festa di chi cerca l’anima gemella, contrapponendosi così a quella degli innamorati, san Valentino, del giorno precedente.