Apertura al mondo dell’Archivio Apostolico Vaticano

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L’Archivio Apostolico Vaticano è una delle istituzioni più antiche, il cui scopo è custodire i documenti del Papa e quelli dei vari organismi della Curia. Si tratta di uno degli archivi più vasti del mondo, con un’estensione lineare della documentazione di circa 83 chilometri. Al suo interno si trovano secoli di storia, che affrontano anche i periodi più difficili della Chiesa. 

Un luogo che fa punto di forza  delle raccolta di testimonianze storiche del Papato e della Chiesa, come atto di preservazione della memoria. Un sapere storico che per volere di Papa Francesco non è più tenuto con “segreto” riserbo, ma è diventato aperto ed “apostolico”. Da sempre sono 3 i fondamenti dell’Archivio Apostolico Vaticano: conservare, ordinare e valorizzare la documentazione derivante dalle segreterie dei Pontefici e dagli organismi ecclesiastici della Curia Romana.

Attualmente, a capo di questa istituzione, si trova monsignor Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, che rivela come gli Archivi del Papa sono aperti e consultabili non solo dagli studiosi di storia religiosa ma viene consultato da chiunque compia indagini in grado di estendersi “ad ogni aspetto dell’umana società”. Il numero di studiosi che ogni anno richiede di poter accedere alle sale dell’Archivio supera le mille unità ogni anno, dal 2015, con un’ovvia frenata data dalla situazione pandemica in atto, che nel 2020 ha fatto conteggiare “soltanto” 739 ammissioni.

Come si diceva, l’interesse degli studiosi travalica il campo religioso, perché i documenti racchiusi nell’Archivio sono interessanti anche da un punto di vista storico, culturale e geografico.

La decisione di Papa Francesco di rendere l’Archivio “apostolico”, togliendo dal titolo l’appellativo “segreto”, è stata una decisione presa al fine di evitare continue confusioni, perché il vecchio termine era fuorviante visto il senso moderno della parola. Segreto derivava dal latino secreteum che significa “privato, separato”.
Per questo in realtà si tratta in pratica solo di un cambio di denominazione, l’Archivio rimane ancora a tutti gli effetti uno strumento del e per il Papa, e a soggetto a suo esclusivo governo.

Eppure il gesto di apertura di Papa Francesco è continuato, portando alla libera consultazione degli studiosi dei documenti del pontificato di Pio XII (1939-1958), ovvero del papa tanto discusso che ha operato durante il difficile momento del fascismo e della seconda guerra mondiale.

Volendo sempre rimanere un importante punto di riferimento, tanto per i cattolici quanto per i non cristiani, di umanità, storia e civiltà, Papa Francesco ha motivato la sua decisione affermando che “non si deve avere paura della storia”. E questo perché la storia della Chiesa proprio come la storia dell’umanità ha i suoi momenti di grazia, forza spirituale e azioni umane, ma con le luci ci sono anche ombre legate a quella fragilità umana a cui nessuno sfugge e di cui non ci si deve vergognare.

Autore: Redazione