Basilica di San Venanzio a Camerino – riapertura al pubblico

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Ha riaperto ieri pomeriggio alle 17.00 la basilica di San Venanzio a Camerino, nelle Marche, grazie alla solidarietà dei privati. Dopo tre anni e mezzo tornano a suonare le campane a Camerino. Tuttavia per la ristrutturazione non hanno aspettato i soldi stanziati dallo Stato e mai arrivati.

La diocesi di Camerino con a capo l’Arcivescovo Francesco Massari ed una comunità volenterosa hanno deciso di chiedere aiuto ai privati e nell’arco di otto mesi hanno raggiunto l’obiettivo.

Il contributo per la realizzazione dei lavori è giunto dalla Fondazione Arvedi Buschini di Cremona. Dopo il sisma dell’agosto 2016 la basilica di San Venanzio a Camerino ha finalmente riaperto le porte ai suoi fedeli.

L’onere dell’operazione si  aggira intorno a poco meno di due milioni di euro, circa la metà di quanto stanziato dallo Stato che nonostante siano passati già tre anni non è ancora riuscito ad appaltare i lavori.

Camerino rappresenta una della zone del cratere più colpite dal terremoto del 2016 con danni di milioni di euro. La Basilica San Venanzio è senza dubbio un punto di riferimento e di aggregazione per tutta la comunità di Camerino.

Monsignor Francesco Massara fattosi promotore di questa iniziativa ha reso possibile la ristrutturazione in tempi brevi grazie alle donazioni, rispetto a quelli lunghissimi per le strutture finanziate dalla ricostruzione pubblica.

Così dopo tre anni e mezzo tornano a suonare le campane a Camerino.  Alla riapertura hanno presenziato il nunzio apostolico in Italia Emil Paul Tscherrig.

La basilica infatti è la più grande chiesa di tutta l’arcidiocesi e una delle più grandi di tutto il cratere. Ovviamente,  afferma il vescovo, nella ricostruzione vanno sostenute le imprese che sono il tessuto vitale del territorio. Altrimenti si rischia lo spopolamento e di conseguenza chiese vuote.

Interno Basilica di San Venanzio martire a Camerino

La Basilica di San Venanzio è formata da tre navate che orientano lo sguardo verso la maestosa cupola, punto principale e vitale sorgente di illuminazione di tutto l’interno.

Gli altari laterali ospitano opere pittoriche della tradizione marchigiana del XVII e del XVIII sec.  Nel presbiterio è situato l’altare in marmo settecentesco, insieme ad un coro in legno di noce della stessa epoca e un grande crocifisso in legno del XVI sec.

Il Sacello di San Venanzio è chiuso da un’inferriata e custodisce un armadio di noce dove al suo interno si scorge la statua argentea di San Venanzio insieme a sei candelieri d’argento.

La statua è stata fusa nel 1764 dall’argentiere romano Tommaso Politi e fu donata dal vescovo Francesco Viviani al posto di quella offerta dal duca Giulio Cesare da Varano nel XV sec.

Rappresenta il martire abbigliato da soldato romano che brandisce lo stendardo a destra e sulla sinistra sorregge la città di Camerino ripercorrendo l’antica tradizione di San Venanzio protettore della città.

Dai ritrovamenti storici sappiamo che la piazza di San Venanzio aveva un aspetto molto diverso nel ‘700. Il piano era ad un livello più basso dell’attuale livello per cui  la facciata della chiesa con il suo incantevole portale e il campanile, visibilissimo, risaltava assai più slanciata.

L’aspetto della chiesa cambia con il terremoto del 1799, quando viene innalzato un pronao incompiuto nei capitelli che riveste e difende la vecchia facciata.

La facciata del XIV sec. mostra al centro un stupendo rosone e sopra due mensole posano dei leoni simbolo del potere guelfo. Mentre il portale risalente alla seconda metà del XIV sec. mostra un arco a tutto sesto con i pilastri squisitamente ornati a motivi floreali.

Infine l’architrave che sorregge la lunetta mostra il Cristo con i dodici Apostoli, nella lunetta spiccano le statue della Vergine col Bambino e di San Porfirio, disgraziatamente la statua di San Venanzio è andata perduta.

Tutto questo oggi è di nuovo aperto al pubblico ed ai sui fedeli che  potranno ammirare la Basilica di nuovo in tutto il suo splendore.

http://www.vaticano.com/turismo/santuari_regione_marche_1.html

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.