Notre-Dame de Paris chiusa la notte di Natale

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Le campane della Cattedrale di Notre-Dame de Paris quest’anno non hanno suonato nella notte di Natale. Non accadeva da duecentosedici anni che la messa di Natale nella più famosa Cattedrale di Parigi non venisse celebrata.

Intorno a Notre-Dame la notte di Natale regnava un’atmosfera quasi angosciante, un silenzio inquietante. Incollata alla cattedrale come una grossa mano, una gru alta oltre settantacinque metri che si prolunga diritta fino al cielo.

La gru è stata messa in funzione rapidamente a metà di dicembre per accelerare i tempi della ricostruzione della cattedrale entro il 2020 e poter smontare la struttura in ferro che la avvolge. La struttura in ferro è odiata dai parigini perché è la ragione per cui sarebbe divampato l’incendio il 15 aprile scorso.

Attualmente la situazione non appare migliorata, difatti si minacciano nuovi crolli murari. Il Rettore monsignor Patrick Chauvet ha dichiarato ufficialmente che ci sono serie probabilità, almeno del 50%, che le impalcature di ferro crollino sui muri ancora illesi.

Le parole del presidente francese Emmanuel Macron: “Ricostruiremo Notre-Dame più bella ancora”, appaiono ora sempre più lontane. Quest’anno la messa della vigilia di Natale si è celebrata dietro indicazioni del Rettore, nella chiesa di Saint-Germain l’Auxerrois. Per la prima volta dopo mesi di dichiarazioni evasive il Rettore ha dichiarato che Notre-Dame non è ancora fuori pericolo.

In definitiva il restauro della cattedrale non è ancora iniziato. Siamo ancora nella fase critica di messa in sicurezza della struttura prevista dalla delicata fase del salvataggio.

Tra le ipotesi di ristrutturazione c’è chi avanza l’idea di una nuova guglia, implosa nell’incendio. Ma attualmente l’urgenza imminente appare quella di salvare la struttura dal crollo delle impalcature.

Non dimentichiamo che la grande impalcatura ancorata alla base della cattedrale era stata innalzata prima dell’incendio per restaurare la guglia la quale crollando ha causato tre gradi spaccature nella volta.

La sequenza dei lavori imporrebbe di agire anzitutto sul groviglio di tubi, smontandoli cautamente per non provocare altri danni.

La gru di 75 metri installata il 16 dicembre, che si stacca oggi verso il cielo, affiancata alla cattedrale come santo protettore servirà a sollevare il materiale più pesante.

Un’altra impalcatura affiancata alla prima, che si sta montando in questi giorni, servirà da appoggio ad operai di edilizia acrobatica per staccare dei tubi pesantissimi ancora sospesi in aria.

Difatti  con il calore sprigionato dall’incendio il mucchio di tubi incandescenti in parte si è fuso tra loro, dando vita ad ammassi di ferro difficilmente estraibili.

L’operazione analizzata per mesi e più volte rinviata è stata finora realizzata da robot i quali hanno ripulito oltre tre mila pezzi tra metallo, legno e pietre, scagliate sul pavimento.

Inoltre gli archi esterni, indispensabili equilibrare l’insieme della struttura, sono stati ancorati con sostegni di legno. Occorreranno  dai 5 ai 6 mesi per smontare tutta la struttura.  Dopo queste precisazioni l’apertura della più bella cattedrale di Francia appare sempre più lontana.

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.