Beata Vergine Maria di Loreto

di Pubblicato in Dal Vaticano, Eventi, Ricorrenze Religiose


Le origini dell’antica tradizione della traslazione (trasferimento) della Santa Casa dalla Palestina a Loreto risalgono al medioevo.

Nel 1292, infatti secondo la tradizione, le pietre facenti parte delle pareti della casa della Madonna furono trasportate prima in Illiria, odierna Croazia, e poi nell’attuale territorio di Recanati in una selva di cui era padrona una Signora chiamata Loreta, da qui il nome della casa…

A questo punto ci si domanda: chi trasportò queste pareti della Santa dimora?

Una leggenda narra che furono creature angeliche… ma in base anche ai risultati degli studi archeologici, filologici e iconografici è possibile dire che le pietre della santa casa siano state trasportate a Loreto su nave per iniziativa di una famiglia chiamata Angeli il 10 dicembre del 1294.

Tra le pietre, sono state ritrovate cinque croci di stoffa rossa dei crociati, che probabilmente difendevano i luoghi santi, resti di un uovo di struzzo che richiama la Palestina e simbologie legate al mistero dell’Incarnazione. Inoltre, la struttura e la lavorazione delle pietre risultano simili agli usi diffusi in Galilea, al tempo di Gesù. Sono stati anche trovati numerosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa simili a quelli di origine giudeo-cristiana di Nazaret.

Il nucleo originario dell’abitazione era costituito da tre pareti e dove sorge l’altare la parete era aperta verso la grotta abitata da Maria e il suo divin Figlio. Il rivestimento marmoreo che circonda la casa di Nazaret fu realizzato da artisti italiani, su disegno dell’architetto Donato Bramante nel 1507 ca. Grandi artisti e architetti furono chiamati a progettare e realizzarono le opere che costituiscono il meraviglioso complesso del santuario; sorse anche la necessità di difenderlo dai pirati che giungevano dal mare e fu creato un cammino di ronda per i soldati fino ad erigere, con Papa Leone X una cinta muraria tutta intorno che fa del santuario un castello fortificato.

L’interno della basilica è ricco di affreschi ai quali lavorarono numerosi artisti pittori tra cui Lorenzo Lotto, Luca Signorelli, Cristofaro Pomarancio.

Accanto alla Basilica sorge il Palazzo Apostolico dove sono conservati capolavori d’arte, arazzi ed altri che costituiscono il tesoro della Santa Casa, donato nei secoli dai numerosi devoti della Vergine.

Numerosi Papi si sono recati in pellegrinaggio a Loreto tra cui Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Papa Benedetto XV proclamò la Vergine protettrice e patrona degli aviatori, in considerazione del “volo” della sua casa.

Da allora moltitudini di pellegrini, di fedeli, di credenti e non, si sono recati in visita al santuario che custodisce la Santa Casa e che è diventato cuore mariano della cristianità, come lo definì San Giovanni Paolo II. Tradizionalmente, il 9 dicembre nel Santuario di Loreto, si rievoca la venuta in volo della casetta attraverso la benedizione del fuoco, la veglia solenne, il Rosario, la Celebrazione Eucaristica e la processione con la statua della Beata Vergine di Loreto.

La cittadina Lauretana, oltre ad essere considerata un cuore mariano, è anche la Lourdes italiana e tanti sono i pellegrinaggi organizzati dalle associazioni che si prendono cura dei malati.

Per quanto riguarda le preghiere dedicate alla Madonna sono note le litanie Lauretane che dal XII secolo venivano cantate nel santuario della Santa Casa e che lodano l’azione di Dio in Maria.

Nella casetta è custodito un mistero grande di amore e vi si legge: Hic Verbum Caro factum est.

Tra quelle mura il Verbo di Dio si è fatto carne per amore dell’umanità. Con ammirazione grande supplichevoli ci rivolgiamo alla Regina del cielo chiedendole di intercedere per noi presso suo Figlio: Vergine Lauretana prega per noi.

 

Autore: Ilaria Crocioni

Nata a Torino, Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Torino. Specializzazione in Direzione delle Imprese. Già assistente di stage giornalista Rai per la sede di NYC. Studiosa in Scienze religiose.