I 50 anni della Caritas

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Il 2 luglio la Caritas ha festeggiato i 50 anni di attività al servizio dei più bisognosi e della Chiesa. Dal 2 luglio 1971, in questi cinquant’anni, questa associazione è stata caratterizzata da impegni e iniziative, che hanno contribuito a sostenere ed aiutare il paese. In occasione del suo compleanno, la Caritas ha voluto rimarcare che questo non è stato tanto un traguardo di arrivo, quanto una tappa sul suo cammino dedicato a “coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza”.

Fu papa Paolo VI ad avere l’intuizione che portò alla fondazione della Caritas, assieme al contributo di monsignor Giovanni Nervo e a monsignor Enrico Bartoletti (allora presidente della CEI). La necessità veniva dalla volontà di avere un nuovo approccio da parte della Chiesa italiana di stare nella società e nell’aiutare i poveri. La Caritas ha infatti portato i più bisognosi al centro del lavoro della Chiesa, che iniziò ad adoperarsi “non in modo assistenziale ma in modo promozionale, in maniera tale che le comunità si organizzino per dare risposte a chi ha più bisogno”, come afferma Massimo Campedelli, sociologo della Scuola Sant’Anna di Pisa, coordinatore della ricerca “Dentro il welfare che cambia. 50 anni di Caritas, al servizio dei poveri e della Chiesa“, rilasciata proprio per l’anniversario.

L’effetto sul welfare è da ricercarsi nelle migliaia di giovani, che negli anni hanno scelto la Caritas per fare volontariato sociale o per il servizio civile, possibilità resa più concreta anche grazie “alla legge sull’obiezione di coscienza voluta dalla stessa Caritas italiana”. Lezioni di vita che hanno portato questi giovani a sviluppare una coscienza cristiana, che talvolta li ha accompagnati sulla via religiosa, e in ogni caso ne ha segnato la crescita personale. Insomma, un impatto che va oltre le mense per i bisognosi, che sono di certo “la copertina” a cui si pensa quando si parla di Caritas.

Questa influenza sul sociale ha avuto ovvi riflessi anche sulla legislazione, infatti la Caritas italiana ha spesso contribuito a varie leggi nell’ambito del welfare del nostro paese. Basta pensare “alla legge sull’immigrazione alla legge sull’infanzia a quella sull’imprenditoria giovanile, in pratica è stata un grande attore di innovazione dello stato sociale del Paese”. I suoi studi e i suoi dati su usura, povertà, emergenze internazionali, problematiche legate alla salute, immigrazione (per nominare alcuni uffici della Cei) sono sempre stati utili ai governi per affrontare tali tematiche, ispirando processi di riforma.

In occasione del suo 50° compleanno si è anche parlato dei programmi per il futuro, come gli audiolibri, i racconti e un francobollo dedicato e celebrativo.

Autore: Redazione