Sant’Antonio di Santadi: la lunga processione in onore di Sant’Antonio da Padova

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A Sant’Antonio di Santadi (una frazione di Arbus, in Sardegna), ogni anno, il primo sabato dopo il 13 giugno, si tiene una festa per celebrare Sant’Antonio da Padova, che termina il martedì successivo. Questa ricorrenza viene ripetuta da oltre 400 anni (la prima testimonianza risalente infatti al 1694), con sentita devozione dagli abitanti del piccolo paesino di Santadi e di Arbus.

La leggenda narra che il mare spinse sugli scogli un piccolo simulacro di Sant’Antonio, grande appena sessanta centimetri. Preso come un segno dagli abitanti dell’epoca, questi si adoperarono per costruire una cappella dove deporre e poter venerare il santo ritrovato. La festa in onore di Sant’Antonio da Padova, pare iniziare proprio da quei tempi, e che il nome stesso del paese derivi da questo evento. Si racconta poi, che per volontà di alcune persone la statua del santo fosse stata portata alla parrocchia di San Sebastiano ad Arbus per sostituirla con una più nuova, ma il giorno dopo l’originale era di nuovo al suo posto nella chiesetta del paese. Un fatto che pare si sia ripetuto altre volte, per questo fu deciso di spostare il simulacro solo durante la festa in onore del santo, in occasione della processione.

La festa in genere inizia il sabato mattina, ad Arbus, con la Santa Messa in onore Sant’Antonio, a cui segue poi la benedizione del pane (tradizionale rito legato al santo). Il simulacro del santo viene poi fatto uscire dalla chiesa e posto in un cocchio a buoi, addobbato con grano e fiori, in particolare gigli. Solo allora inizia la lunga processione verso la frazione diSant’Antonio di Santadi a cui partecipano numerose persone: i fedeli e i figuranti seguono a piedi, ma ci sono anche cavalieri e le tipiche traccas trainate dai buoi o spinte a motore.

La processione è una delle più lunghe d’Europa, dati gli oltre 35 km che separano Arbus dalla frazione di Sant’Antonio di Santadi. Un momento importante è quando la processione attraversa Guspini del Santo, abitato a sua volta molto devoto che si addobba a festa per l’occasione. A metà strada si effettua una sosta per il pranzo e poi si riprende per raggiungere Sant’Antonio di Santadi e la chiesetta del santo, cosa che avviene in genere tra le 22 e le 23. Qui il parroco accoglie i fedeli, si fanno esplodere giochi pirotecnici e ci si raccoglie nella chiesetta, mentre all’esterno i festeggiamenti civili continuano.

Domenica la statua del santo viene portata in processione per le vie di Sant’Antonio di Santadi, e lo stesso avviene il lunedì, quando si celebra anche la benedizione dei campi, a sottolineare tutto l’aspetto rurale dell’origine della festa.  Il martedì, ultimo giorno di celebrazione, la processione riparte dopo la Santa Messa e si dirige per il percorso contrario verso Arbus. Qui il santo rientra nella parrocchia da cui era partito, dopo essere stato accolto ancora una volta da giochi pirotecnici. Qui si tiene una Benedizione Eucaristica, ed infine i fedeli si mettono in fila per toccare la statua di Sant’Antonio, in un ultimo gesto di devozione.

Autore: Redazione